La ricostruzione dell’ultima notte e del probabile movente che ha portato alla morte dei due nocerini a Rivoli
Una notte passata a litigare, messaggi inviati da lui anche sulla chat dell’Istituto dove lavorava la vittima nelle quali Agostino Annunziata avrebbe detto di aver scoperto la relazione di Annalisa D’Auria con un altro uomo ed ancora un altro audio spedito al suo ex compagno nocerino che andava nello stesso senso. Poi, poco dopo le 6:00 del mattino la tragedia.
La prima, consumatasi all’interno del soggiorno di via Monte Bianco a Rivoli, in provincia di Torino, quando il 36enne nocerino ha preso il coltello da cucina e ha ferrato un colpo alla gola della sua compagna, madre della sua bambina di 3 anni, uccidendola sul colpo. Mentre la 32enne nocerina Annalisa D’Auria giaceva nel soggiorno di casa in una pozza di sangue, l’uomo ha preso la bambina assonnata, e tenendola per la manina e sceso dal suo appartamento al piano rialzato, è salito su una Fiat Punto ed è andato a lavoro.
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Prima ha chiamato la madre e le avrebbe detto di aver ucciso la compagna della sua vita. Intorno alle 6.50, dopo aver percorso pochi chilometri, la Punto con il papà e l bambina è arrivata alla Massifond, ad Orbassano, ha affidato la piccola a un collega («Me la guardia cinque minuti)», è salito su un silos e si è gettato giù, morendo sul colpo.
Una classica storia di gelosia intrafamiliare, non si sa neanche se quella relazione incolpata esistesse realmente o meno o fosse frutto di equivoci, maldicenze o esagerazioni. Una gelosia che lascia senza genitori la piccola di tre anni e senza la mamma una bimba di 11 anni che Annalisa aveva avuto da una precedente relazione, affidata al padre in Campania.
UN FULMINE A CIEL SERENO
«Nulla sembrava far immaginare un tale epilogo – ha commentato l’avvocato Veronica Russo che assiste entrambi per una vicenda giudiziaria a Nocera che non riguardava la relazione tra loro ma i rapporti con una terza persona -.
Lui e lei sembravano tranquilli ed erano amorevoli, tra loro e anche nei confronti del bimba».
Da Rivoli, però, da un lato si sottolinea il rapporto amorevole che c’era tra i due e altri sottolineano che Agostino negli ultimi tempi fosse teso e di averlo visto «arrabbiato perché (Lei) non le aveva risposto al telefono e si era fatto dare da lei il cellulare in malo modo, per controllarlo». In più, i suoi compagni di lavoro parlano della preoccupazione per i turni di lavoro fatti di notte che non gli consentivano di seguire la famiglia. L’uomo avrebbe sofferto anche di attacchi di panico, tanto da andare anche in ospedale.
LE INDAGINI
A quanto pare la pista passionale appare quella nettamente privilegiata. I carabinieri ricostruiranno i rapporti tra i due, anche per stabilire se questa relazione fosse reale, anche se a questo punto potrebbe non avere molto interesse.