Chiesto il ripristino della fornitura da parte di Ausino. Altre strade per il servizio idrico sono possibili secondo gli attivisti. “Il Comune non ceda”
La sola idea del subentro della società di gestione del servizio idrico integrato nel piccolo comune dell’Agro nocerino, simbolo della lotta per l’acqua pubblica, ha scatenato il disappunto dei comitati civici e degli attivisti. Al di là delle ultime vicende amministrative sull’eventuale futura gestione che, sembrerebbe imminente, i comitati proseguono la campagna contro la privatizzazione del servizio. Lo hanno detto a chiare lettere in un lungo post pubblicato sui social.
“Dal lontano 2005 la comunità di Roccapiemonte resiste, sotto la guida e l’indirizzo delle amministrazioni comunali di diverso segno politico che si sono succedute nel tempo, al tentativo di far passare il servizio idrico integrato a Gori SpA. – si legge in rete – Un luogo simbolo per l’intero movimento per l’acqua, considerato che proprio a Roccapiemonte nacque l’8 luglio 2013, su impulso dell’allora sindaco Andrea Pascarelli, la Rete dei Comuni per l’acqua pubblica nel Sarnese Vesuviano, primo esempio in Italia di un coordinamento di amministratori locali che si battono per la ripubblicizzazione del servizio e portare la gestione dell’acqua fuori da ogni logica di profitto.
La stessa Rete dei Comuni che alle ultime elezioni per il rinnovo del Consiglio di Distretto dell’Ente Idrico Campano ha deciso unanimemente di candidare e far eleggere il sindaco Carmine Pagano, proprio per garantirgli la più ampia autorevolezza, forza e rappresentatività, e che si è riunita a Roccapiemonte lo scorso 4 febbraio con l’Agorà dell’acqua per manifestare il pieno sostegno all’azione del comitato civico e dell’amministrazione rocchese. Siamo sbalorditi, quindi, dalle conseguenze paventate dal sindaco riguardo a un imminente scioglimento del consiglio comunale di Roccapiemonte, in caso di ulteriore resistenza del Comune al trasferimento della gestione del servizio a Gori”.
Rispetto a questo scenario, i comitati per l’acqua pubblica, sostengono una diversa eventualità. “In realtà sono almeno vent’anni che esistono strumenti speciali in capo alla Regione Campania e agli enti d’ambito, per giunta resi sempre più snelli, che consentirebbero di nominare un commissario “ad acta” nei confronti delle amministrazioni comunali che non aderiscono alla gestione d’ambito. La nomina di un commissario ad acta, ovviamente, non avrebbe nulla a che fare con lo scioglimento del consiglio comunale o la rimozione del sindaco, che rimarrebbero nel pieno delle loro funzioni.
Tuttavia, in questi anni gli enti dotati del potere sostitutivo non si sono mai curati di esercitarlo, preferendo invece fare pressione sull’amministrazione con modalità discutibili. È infatti incredibile che i cittadini di Roccapiemonte siano stati improvvisamente privati della fornitura idrica aggiuntiva della società Ausino, e che questo abbia determinato una parziale difficoltà di approvvigionamento idrico in alcuni condomini nelle ore notturne, che comunque non appaiono così significative se paragonate alle attuali condizioni del servizio idrico attualmente gestito da Gori, che – com’è noto – è caratterizzato da continui e costanti disservizi, e in molte aree non riesce a garantire gli standard minimi di pressione idrica domestica.
Decine sono state, nel tempo, le manifestazioni, i presidi e le attività messe in campo dal comitato e dall’intera comunità di Roccapiemonte: invitiamo, quindi, il Comune a non cedere a minacce di scioglimento del consiglio comunale o rimozione del sindaco, che riteniamo prive di fondamento, e invitiamo tutti gli enti competenti ad attenersi a quanto previsto dalla legge, nonché all’immediato ripristino della fornitura idrica aggiuntiva da parte di Ausino. Siamo convinti che ci siano anche questa volta le condizioni per sventare il pericolo di una imminente privatizzazione”.