Torquato: “Perché la battaglia sul retroporto è oltre…il retroporto”

La riflessione dell’ex sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato, la proposta di una regia unificata delle aree industriali dell’Agro. Ma anche dubbi sul futuro, il rischio di diventare il “retrovia” di Salerno”.

“Sulla questione retroporto o area logistica commerciale a Nocera e nell’Agro c’è ancora poca chiarezza. – scrive l’ex primo cittadino – Se l’amministrazione nocerina rassicura che non ci sarà alcun retroporto, a Nocera, il Presidente della Regione, in un convegno, la smentisce; mentre l’atto del Masterplan resta ambiguo sul punto”.
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“Di pochi giorni fa – continua Torquato – c’è una bella intervista dell’ex Presidente di Confindustria Salerno, il nocerino Maccauro, parla di una proposta condivisibile, quella di una regia unificata della aree industriali dell’Agro. Che rientra un poco in quella idea di unificazione territoriale sotto la Conferenza dei sindaci dei Comuni dell’Agro che lanciammo e istituimmo più di 2 anni fa e che riprende vigore col Masterplan.

“Il punto però – evidenzia l’ex sindaco – è essere vigili su cosa ciò potrebbe comportare da parte della Regione, vista la contraddittorietà delle parole di De Luca sul punto: non solo di virtuoso, per lo sviluppo economico di un Agro, troppo frammentato su troppi fronti, a dispetto di azioni importanti realizzate in questi anni Comune per Comune (dalle bonifiche fognarie alle aree PIP). L’attenzione da tenere però è che una logistica retroportuale di Salerno da collocare nell’Agro non sia distribuita quota parte tra tutte le varie aree industriali dell’Agro, magari ad unica regia gestionale.
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Sarebbe come far entrare dalla finestra ciò che, ci si assicura, non entrerà dalla porta in un singolo comune. E sarebbe un danno lo stesso per un area piccola popolosa e conurbata, ma con poche infrastrutture stradali, già inquinata, e con un trasporto su rotaie che la taglia fuori dalle linee veloci. Significherebbe portarci mezzi pesanti da e per Salerno porto. Quando in questi anni ci siamo dovuti inventare, ordinanze e divieti ai mezzi pesanti, rotatorie, ciclabili e piano di mobilità; pur di limitare a stento i danni. Sono convinto che non era certo questo il messaggio di Maccauro, anzi”.

“Ma il problema retroporto, da sempre avversato dalla classe politica cittadina più avvertita, civica o di sinistra e in parte (assai minore) anche di destra, – conclude Torquato – diventa così simbolico di un più fondamentale impegno sulla tutela ambientale dell’Agro, obiettivo peraltro dichiarato dallo stesso Masterplan regionale, e suoni come sveglia “a prescindere” della difesa ambientale e territoriale, che lo vogliano scongiurare per davvero o no.

Dopo la barriera autostradale, dopo il taglio delle corse ferroviarie veloci, dopo il continuo rinvio delle opere contro il rischio idrogeologico che annualmente ci affligge, ecc., che han fatto di un territorio poco consapevole di sé il retrovia se non il retroporto della provincia salernitana, è l’ora che l’Agro squilli la propria tromba perché, come dice un proverbio americano, nessuno la squillerà per noi”.

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