La pesante critica all’accordo tra Gori e Diocesi di Nocera Inferiore
Ricorrono al Vangelo i comitati dell’acqua pubblica in Campania per assestare un duro colpo all’accordo tra Gori e Diocesi di Nocera Inferiore che ha previsto una decurtazione del 50% delle tariffe per la fornitura di acqua alle parrocchie, per equiparare così il trattamento della Chiesa a quello concesso alle onlus. Un attacco anche alla presenza del Vescovo, Mons. Giuseppe Giudice per la sua presenza affianco alla Gori.
LA POSIZIONE DEI COMITATI
«Non ci saremmo mai aspettati di vedere un vescovo che spalanca le porte della Curia ai mercanti d’acqua, benedicendone di fatto l’operato – scrivono i comitati nella dura lettera indirizzata a Mons. Giuseppe Giudice -. La Chiesa di Francesco – continuano i Comitati della Campania – condanna la privatizzazione della risorsa affermando che: “l’acqua è trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato e che l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani.
Riteniamo inaccettabile che uno dei successori degli apostoli di Cristo scenda a patti con le multinazionali dell’acqua che fanno profitto sulla Madre della vita. Ci auguriamo che mons. Giudice non sapesse che la Gori spa è partecipata dalle multinazionali francesi, che da decenni lucrano sulla risorsa, ma certamente non può ignorare che Gesù ha cacciato i mercanti dal Tempio, perché l’episodio è riportato con dovizia di particolari da tutti e quattro gli evangelisti.
La Chiesa non può accettare le elemosine, o come vengono chiamate “greenwashing”, di chi, con una mano depreda le risorse idriche, e con l’altra si rifà il trucco, promuovendo finte campagne umanitarie. La bolletta dell’acqua della Curia di Nocera non vale la disperazione di tante famiglie del Vesuviano Sarnese che fanno fatica a pagare le condizioni imposte dall’unico gestore del distretto» – denunciano gli attivisti campani -.
Ai Comitati non sono andate giù neanche alcune dichiarazioni fatte da Mons. Giudice circa le iniziative portate avanti in difesa dell’acqua pubblica. «Non abbiamo mai sostenuto che la distribuzione idrica debba avvenire gratuitamente, ma riteniamo che l’acqua debba stare fuori dalle logiche di mercato, per evitare i disastri già presenti in molte parti del mondo, dove la sua mercificazione sta compromettendo il diritto dei poveri di accedervi – chiariscono i Comitati nella lettera -.
La Chiesa non è una onlus, ma è Madre dei poveri e sposa di Cristo e non sa cosa farsene del dimezzamento delle bollette, quando si continua a fare profitto sulle spalle dei più deboli. Le nostre marce saranno anche inutili, come ha lasciato intendere il Vescovo nell’intervista televisiva, sostenendo che “fanno più danno che altro” ma, anche se in oltre 20 anni di lotte non siamo riusciti a fermare la logica del profitto e dell’indifferenza, siamo convinti, come diceva Sandro Pertini, che “Nella vita è necessario saper lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza”.
Noi la speranza non l’abbiamo persa, siamo abituati anche a veder calpestati i principi della Costituzione italiana (artt. 2, 3 e 75), ma speriamo di non trovarci nella situazione di Esaù che ha venduto la sua primogenitura al fratello Giacobbe per un piatto di lenticchie».