Nocera, ridotte in appello le condanne a parte del gruppo Cuomo

La decisione della Corte di secondo grado di Firenze

Cade l’agevolazione mafiosa, senza aggravante la Corte d’Appello di Firenze riduce le condanne per alcuni del gruppo Cuomo. A tenere banco in questi giorni, è una sentenza che rischia di fare da apripista anche per altre. L’inchiesta alla base del giudizio dei giudici di secondo grado è quello sui fratelli Michgele e Luigi Cuomo di Nocera Inferiore, i cui interessi criminali si sarebbe trasferiti nel capoluogo toscano in seguito anche alla guerra con “Quelli di Piedimonte”.

LE CONDANNE
Ridotta la pena a 5 anni e 7 mesi di reclusione da sei anni e sei mesi inflitti in primo grado a Luigi Cuomo, 41enne di Nocera Inferiore, fratello del più noto 43enne Michele. Riduzione anche per Filippo Boffardi da tre anni, mesi 10 e 20 giorni a 2 anni e 10 mesi in secondo grado, per Gennaro De Prisco da tre anni, quattro mesi a due anni e sei mesi di reclusione, Luigi D’Auria e Sabato Mariniello da tre anni di reclusione ciascuno a due anni e tre mesi di reclusione in appello e per il 48enne imprenditore Antonio Tegolo da 10 mesi a sei mesi di reclusione.

L’INDAGINE
La Procura di Firenze aveva focalizzato la sua attenzione su un’associazione per delinquere finalizzata a commettere furti e riciclaggio ritirati contro la pubblica amministrazione e in materia di armi e stupefacenti a Firenze, contestandola ai fratelli Cuomo e solo ad alcuni altri imputati. Secondo gli inquirenti fiorentini, il 43enne Michele Cuomo sarebbe stato capo, promotore e organizzatore della gang e il fratello Luigi suo collaboratore particolare. L’inchiesta si è soffermata anche sul possesso e il porto il luogo pubblico di un numero imprecisato di pistole, superiore almeno a cinque. L’indagine aveva anche evidenziato la commissione da parte di alcuni del gruppo Cuomo di furti e ricettazioni in particolare di mountain bike, costose anche migliaia e migliaia di euro. Luigi Cuomo era imputato, inoltre, di alcuni false attestazione per ottenere la possibilità di operare con la nuova società che gestiva un ristorante a Firenze. In più avrebbe omesso di riferire la misura di prevenzione a cui era sottoposto per ottenere, come ottenne, decine e decine di migliaia di euro di finanziamento da banche. Un capitolo a parte riguarda l’immigrazione. L’inchiesta anche per illegittimi ingressi in Italia di 15 migranti dal Bangladesh, che avrebbero pagato 1.500 euro ciascuno per la pratica.
Secondo la Dda di Firenze, i due Cuomo si erano trasferiti in Toscana per riorganizzare il clan dopo una serie ripetuta di indagini della Dda di Salerno. Lì “Quelli di Piedimonte” li raggiunsero piazzando una bomba davanti alla pizzeria di Luigi Cuomo.

loading ads