Tre anni circa per conoscere l’esito del ricorso al Presidente della Repubblica riguardo al vecchio esame di abilitazione per avvocato. I protagonisti di quella battaglia stanno valutando di adire la Corte dei diritti dell’uomo
È stato rigettato il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica relativo al vecchio esame di abilitazione per avvocato. Una battaglia fortemente voluta dall’allora segretario nazionale dei praticanti avvocati, il sarnese Nello Mancuso. L’attività istruttoria ha impegnato il Consiglio di Stato per circa tre anni ed è giunta al suo esito, sostenendo che la discrezionalità del legislatore possa superare perfino i limiti imposti dalla nostra carta costituzionale.
“Dal punto di vista mio e dello studio legale Leone – Fell, – spiega l’avvocato Mancuso – la motivazione data dal Consiglio di Stato non appare condivisibile, in quanto è stata sì data ampia libertà al nostro legislatore nel regolamentare l’accesso alla professione di avvocato, ma andando contro ciò che le direttive europee hanno stabilito proprio in merito all’accesso alla professione. Per questo motivo, stiamo valutando di adire la Corte dei diritti dell’uomo che è molto sensibile alla tematica proposta al Consiglio di Stato”.
L’avvocato Nello Mancuso che, nel frattempo, ha superato l’esame di abilitazione, ha aggiunto: “A prescindere dall’esito, questo ricorso è stata una grande vittoria. Per la prima volta, una categoria totalmente trasparente alle istituzioni è stata al centro di dibattiti parlamentari. È grazie a questo ricorso e alle numerose proteste fatte al ministero che, da tre anni, l’esame di abilitazione si svolge in maniera del tutto diversa da quella classica, modalità che ha permesso di dimostrare tutte le competenze acquisite durante la pratica forense”.
Giuseppe Colamonaco