Roccapiemonte, «Il Comune rispetti la legge e dia il buon esempio»

Intervista con il presidente dell’Ente idrico campano sul passaggio a Gori anche della cittadina rocchese. Domani nuovo appuntamento tra Eic e il sindaco Carmine Pagano

Domani il giorno fissato per il subentro nel sistema idrico integrato (SII) anche a Roccapiemonte con il conseguente abbandono della gestione autonoma che, in questi anni, ha visto la comunità rocchese rifiutare di aderire alla Gori. Tante cose sono state dette e fatte, respingendo più volte il subentro che, proprio domani, dovrebbe giungere all’epilogo. Il presidente dell’Ente idrico campano, Luca Mascolo, ha sottolineato ad Rtalive ancora una volta il dovere per Roccapiemonte di passare al SII e da questo alla gestione Gori.

Presidente, partiamo subito da un nodo centrale della protesta di Roccapiemonte: il Comune può presentare una nuova richiesta per la gestione salvaguardata del servizio idrico?
«Al fine di sgombrare il campo dalla pretestuose richieste avanzate recentemente dal Comune in tal senso, occorre partire da un dato di fatto incontrovertibile: nel 2002, l’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano ha affidato il servizio a GORI per tutti i 76 Comuni dell’ATO, ivi compreso il Comune di Roccapiemonte, acquisendo in tal modo il diritto/dovere di gestire anche le infrastrutture idriche di quel territorio.

In tutti questi anni, il Comune di Roccapiemonte si è illegittimamente sottratto all’obbligo di consegna degli impianti al gestore unico, promuovendo una serie di contenziosi costantemente respinti dai vari giudici che hanno esaminato la vicenda. Sulla scorta di questa premessa, ben si comprende che, ad oggi, non vi è alcuna possibilità di consentire la prosecuzione della gestione autonoma del servizio idrico integrato da parte del Comune, facendo leva sulla possibilità offerta dall’art. 147 del Codice dell’Ambiente, che, per quanto chiarito dal Consiglio di Stato, non è applicabile per sanare la condizione di illegittimità in cui versano le gestioni comunali che autonomamente si sono rifiutate di prestare ottemperanza a provvedimenti di affidamento del servizio pienamente validi ed efficaci, proprio come nel caso di Roccapiemonte. Per altro, il Comune di Roccapiemonte ha formalizzato l’istanza di salvaguardia ai sensi dell’art. 147, allorquando il termine utile era già definitivamente spirato e senza offrire alcuna dimostrazione di possedere i rigorosi requisiti fissati dalla legge».

In che modo garantireste una adeguata fornitura del servizio idrico alle utenze di Roccapiemonte?
«La gestione del servizio idrico integrato non spetta all’Ente Idrico Campano, ma ai soggetti gestori. Gori, l’azienda alla quale legittimamente è stata affidata la gestione del servizio idrico integrato nel Distretto Sarnese Vesuviano, ambito in cui rientra il comune di Roccapiemonte, deve svolgere il suo ruolo in ossequio ai criteri di efficienza, efficacia ed economicità.

Se i comuni riscontrano inefficienze gestionali, allora hanno il dovere di comunicarlo all’Ente Idrico che, in questo caso, può intervenire per richiamare il soggetto gestore alle sue responsabilità. Il comune di Roccapiemonte si è arroccato invece su posizioni inaccettabili e dannose per la sua stessa comunità, a causa del furore populista e dall’irresponsabilità di qualcuno».

Se il Comune di Roccapiemonte continuerà ad opporsi al passaggio alla Gori, voi cosa farete?
«Ci rivolgeremo all’autorità giudiziaria e chiederemo che la legge venga fatta rispettare. È davvero inaccettabile pensare che gli stessi rappresentanti delle istituzioni avallino comportamenti che infrangono la legge.

Lo spettacolo al quale abbiamo assistito lo scorso dicembre è davvero indecoroso. La battaglia populistica per l’acqua pubblica a Roccapiemonte si sta ormai trasformando in una vera e propria farsa a danno dei cittadini, costretti a subire ulteriori ritardi rispetto ad una gestione del servizio idrico finalmente coerente con la normativa vigente. Ribadisco una volta per tutte che “acqua pubblica” non vuol dire acqua gratis. Se qualche rappresentante del mondo delle istituzioni o della politica pensa ancora di poter costruire su questa mistificazione il proprio consenso, è arrivato il momento di dire a questi signori che il tempo delle bugie è finito e che l’acqua è pubblica alle sorgenti, mentre il servizio prevede necessariamente dei costi che vanno sostenuti.

Ricordo, infine, che Gori è una società a maggioranza pubblica dove i comuni conservano nelle proprie mani il 51% delle azioni. La Sarnese Vesuviano Srl, (il cui 99,3% è posseduto da Acea, la municipalizzata del Comune di Roma) detiene il 37,05% mentre Asm Azienda Speciale Multiservizi di Pomigliano d’Arco l’11,93%. La restante parte, pari allo 0,02% è nelle mani di Asam, l’Azienda Speciale di Castellammare di Stabia. Mi sembra evidente che per definire Gori un’azienda privata ci voglia davvero tanto coraggio».

Per quando è stato riconvocato il sindaco di Roccapiemonte, visto che alla convocazione del 18 gennaio ha risposto con la richiesta di uno slittamento per via di impegni precedentemente assunti?
«Abbiamo ancora una volta dimostrato la massima disponibilità accogliendo la richiesta del sindaco di rimandare l’incontro per la sottoscrizione degli atti propedeutici al subentro di Gori nella gestione del servizio idrico integrato, previsto lo scorso 18 gennaio. Abbiamo assistito in silenzio al penoso dibattito, inscenato nei giorni successivi al rinvio, apparso sui giornali. Penso che la misura sia ormai colma e lo dovrebbero pretendere anche i cittadini che sono le vere vittime di questi atteggiamenti che si trascinano da molto, troppo tempo.

Domani, mercoledì 25 gennaio, sarà l’ultima occasione per il comune di Roccapiemonte di dimostrare la capacità di garantire alla cittadinanza il sacrosanto diritto di usufruire di un servizio moderno ed efficiente. Rispettare la legge rappresenta per tutti un dovere morale prima ancora che civico. I rappresentanti delle istituzioni devono dare l’esempio».
Giuseppe Colamonaco

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