Il Solofrana al limite: reggono gli argini, ma c’è il rischio esondazione

Da Mercato San Severino, Castel San Giorgio, Roccapiemonte e perfino al centro di Nocera Inferiore: la verità che il corso d’acqua non regge più le portate anche di piogge non molto intense

Siamo alle solite. Dopo la caduta dell’argine alla starza a Nocera Inferiore e conseguente allagamento, il Solofrana torna gonfio e oggi alle 15 è a limite nello stesso punto come in via Martinez Y Cabrera e via Pucci. E vale sempre la solita triste regola: se non crolla un argine e si allaga, ne pagano le conseguenze più a valle.

I LIMITI
Nelle foto (copertina)la differenza del torrente durante la portata normale delle acque e alle prime precipitazioni, nello stesso punto dove pochi giorni fa l’argine ha ceduto allegando l’area dello stadio.

LA VERITÀ
La Solofrana non regge più la portata delle acque medie annue, ovviamente ancor di più durante le forti piogge che arrivano improvvisamente. A dirlo era stato a La Città il presidente del consorzio di Bacino del Sarno, Mario Rosario D’Angelo, poco ore dopo il crollo dell’argine che ha allagato il” San Francesco”. Altri tratti dell’argine della Solofrana potrebbero cadere alle prossime piogge. In pratica, ricorda D’Angelo «Con le forti precipitazioni, anche solo nella zona del Montorese, arrivano enormi masse d’acqua da Mercato San Severino verso Nocera in meno di mezz’ora e il torrente Solofrana o l’Alveo comune nocerino esonda o tratti di argine, spesso vecchi di oltre quarant’anni, cedono».fiume-sarno-zona-san-pasquale-RTAlive

LA COSTANTE
Oggi pomeriggio bastava andare sul corso dell’affluente del Sarno, in zona di San Pasquale (confine tra le due Nocera, Roccapiemonte e Castel San Giorgio) per constatare la velocità e la quantità d’acqua che arrivava anche poco dopo dall’inizio della pioggia. Rispetto ad alcuni giorni fa (non avendo ceduto alcun argine fino al centro della città, era possibile costatarlo in via Martinez Y Cabrera e via Pucci. In pratica, in poche decine di minuti le acque arrivano a limite dell’esondazione e spesso non fuoriescono solo perché a monte o a valle un argine ha ceduto.ripristino-alveo-fiume-sarno-RTAlive-localita'-starza

LE COLPE
Da un lato questa quantità di acque notevoli nella Solofrana sono il frutto dei cambiamenti climatici che hanno portato grandi piogge concentrate in pochi minuti, ma la causa principale è la cementificazione selvaggia di questi ultimi 60 anni. Basta sovrapporre la foto aerea scattata dagli Americani nei giorni dello Sbarco del settembre 1943 e confrontarlo con oggi: un tempo l’Agro nocerino da Montoro a Pompei era un giardino con poche case disseminate, oggi la scelta scellerata di cementificare tutto e di creare aree industriali su aree industriali ha cementificato il territorio rendendolo impermiabile per grandi superfici, facendo finire le acque in poco tempo nei torrenti e gli alvei non reggono più. Perfino la costruzione della cittadella universitaria di Fisciano ha finito per ridurre notevolmente la superficie drenante e quindi ha aumentato l’afflusso nella Solofrana.fiume-sarno-zona-starza-RTAlive

Invece di sposare l’opzione zero per le costruzioni edilizie, inoltre, nell’Agro si tollera la nuova edificazione nel vari comuni e c’è anche chi continua ad edificare abusivamente: prima un deposito per gli attrezzi agricoli, poi una stanza, poi una casa e così si fanno voti e a bizzeffe.

LA MANUTENZIONE

Le opere di manutenzione ordinaria sono scarse, numerose quelle di somma urgenza, costose e con effetto tampone. Andrebbero risistemati, rimessi i terrapieni alle loro spalle (in molti casi sono stati sostituiti da costruzioni o spianati per essere messi a coltura. «L’unica soluzione è il progetto Grande Sarno, con una risistemazione complessiva del bacino, per mettere al sicuro e disinquinare definitivamente l’area», ha sottolineato D’Angelo.d'angelo-consorzio-di-bonifica-RTAlive

Intanto per la manutenzione ordinaria chi paga? La Regione invoca la contribuzione dei Comuni e passa la palla al Consorzio di bonifica, ritenendo che il Genio Civile operi solo in caso di somma urgenza. L’intervento dei Comuni non solo non hanno competenza né fondi, ma andrebbero per loro natura giuridica (non sono enti di area vasta) ad agire solo con interventi parcellizzati e senza una regia comune.lavori-ricostruzione-argine-roccapiemonte-RTAlive-fiume

Il Consorzio ha il compito sui canali, ma non sui corsi d’acqua principali (fiumi e torrenti): potrebbe eseguire per conto della Regione le opere, ma non avere la responsabilità della tenuta del sistema, non avendone le competenze. E alla fine ci si arrovella in un problema che è irrisolto da anni e che costituisce un pericolo per persone e beni, anche perché sono stati, nel corso del tempo, autorizzate o condonate case in aree che un tempo erano zone di espansione dei torrenti: anche così una classe politica sopravvive elettoralmente.

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