Nomine alla Regione Sardegna, il presidente Solinas a giudizio

Due direttori generali non avrebbero avuto requisiti. Condannata capo Gabinetto

Inizierà il 15 dicembre il processo per abuso d’ufficio al presidente della Giunta regionale della Sardegna, Christian Solinas. Il governatore è imputato davanti al tribunale di Cagliari per la nomina di due direttori generali dell’amministrazione regionale, Silvia Curto alla presidenza e Antonio Pasquale Belloi alla Protezione civile, i quali non avrebbero avuto i requisiti di legge.

LA CONDANNA
Il gup di Cagliari ha anche condannato a due anni e otto mesi la capo di gabinetto della presidenza della Regione, Maria Grazia Vivarelli, che aveva scelto di essere giudicata col rito abbreviato. La dirigente era accusata anche di induzione indebita (il pm Vacca aveva chiesto una condanna a due anni e dieci mesi.

IL RINVIO
E’ stata, invece, rinviata al 10 novembre l’udienza nei confronti dell’assessora regionale degli Affari generali, Valeria Satta, che deve rispondere di abuso d’ufficio e anche di tentata concussione. Satta oggi era assente in aula per un’indisposizione del suo avvocato difensore Massimiliano Ravenna.

L’UDIENZA
L’avvocato difensore di Solinas, Salvatore Casula, aveva presentato per ben cinque volte il legittimo impedimento in quanto, in occasione delle precedenti udienze, il presidente della Regione sarda era sempre stato impegnato in incontri istituzionali. Nella sua lunga requisitoria, oggi il pm Vacca ha ripercorso le varie tappe dell’inchiesta, soffermandosi sulle figure dei tre indagati e sollecitando il rinvio a giudizio del governatore e la condanna del suo capo di Gabinetto.

La vicenda risale al 2019. Gli accertamenti della Procura erano nati dalla decisione di nominare alle direzioni generali l’avvocata Curto e l’ingegnere Belloi, una scelta che aveva fatto scattare polemiche e proteste da parte anche dei sindacati dei dirigenti regionali che contestavano l’assenza di titoli sufficienti a ricoprire l’incarico. Sulla vicenda era stato anche depositato un ricorso al Tar della Sardegna ed era stata poi emanata una legge regionale, la 25 del 2019, composta da soli tre articoli che il Consiglio aveva approvato il 23 dicembre 2019. Con quella norma, secondo l’accusa, si sarebbe cercato di “sanare” la nomina dei dirigenti esterni.

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