Forno Crematorio a Sant’Egidio, molti i dubbi da chiarire al di là del risultato

L’impianto è stato progettato dal Comune e ha ricevuto l’ok da tutti gli enti preposti, il comitato no forno ritiene che sia inquinante, una vicenda da comprendere a fondo, al di là del responso delle urne

Sant’Egidio del Monte Albino domenica prossima sarà chiamato a scegliere se dire sì o no al forno crematorio all’interno dell’area cimiteriale. Un progetto voluto e progettato dal Comune santegidiese dato in concessione mediante gara europea a un privato per la realizzazione, dopo aver ricevuto le autorizzazioni sanitarie e ambientali previste per legge.

A distanza di tempo (quasi dieci anni), è nata un’opposizione in città (comitato No Forno) che, salvo diversa disposizione della Prefettura, è riuscita ad ottenere uno specifico referendum comunale. Punto centrale di chi si oppone alla realizzazione del forno è la convinzione che sia fortemente inquinante e quindi dannoso per la salute umana, soprattutto per chi abita nel raggio di alcune centinaia di metri dell’impianto.

Un timore a priori, non essendo stato ancora realizzato l’impianto, e che vede tale tesi sostenuta nonostante il forno crematorio sia stato autorizzato da ogni ente, dal punto di vista sanitario e ambientale, essendo un progetto di un Comune e che opera in un determinato e complesso settore.

Va da sé che se non avesse avuto l’ok degli enti preposti, l’iniziativa non sarebbe potuta proprio partire. L’intento del Comune di Sant’Egidio Monte Albino, quando ha varato il progetto, era quello di ridurre il costo dei loculi e di tutte le pratiche cimiteriali. Una riduzione dei costi realizzata attraverso la costruzione dell’impianto crematorio la cui gestione è stata concessa ai privati (la proprietà rimane al Comune) e ricevendo dal suo funzionamento anche royalties con cui pagare altri servizi pubblici.

Ad ora, i i costi per i servizi cimiteriali e dei loculi nel comune santegidiese sono i più bassi della zona e anche di molto (sette volte meno che al comune confinante di Angri). Stasera, all’Hotel Corte San Lorenzo, alle 19,30 è stato organizzato il convegno “Il forno crematorio bomba ecologica? Risponde la scienza”, a Sant’Egidio del Monte Albino. Interverranno il professor Antonio Giordano, oncologo e docente di anatomia patologica dell’università di Siena, l’ingegner Francesco Saverio Minardi e Gennaro Esposito, presidente della sezione Isde di Nola-Acerra, associazione medici per l’ambiente.

Nella riunione si farà il punto sui motivi del No all’impianto in modo tale che la cittadinanza potrà sapere su quali basi poggia il No all’impianto. Motivi che, si spera, siano sufficienti a superare l’approvazione di Asl e Provincia di Salerno.

Nello scarso dibattito che si è creato nel comune chiamato al voto, si parla pure di abitazioni vicino al cimitero, dimenticando che la fascia di rispetto cimiteriale a Sant’Egidio del Monte Albino è stata ridotta da 150 a 50 metri, consentendo anche di condonare taluni abusi edilizi.

Ma tanto è, se sarà provata, pur se a priori, la pericolosità dell’impianto, a questo punto l’Asl, il Comune e la Provincia di Salerno dovranno rispondere avendo dato il loro ok ad un impianto simile (in verità già presente in vari comuni della Campania, senza grandi preoccupazioni, come Domicella o Montecorvino Pugliano).

Insomma, se i forni crematori inquinano, chi li autorizza ne dovrà pur renderne conto, così come dovrà farlo chi sostiene la tesi che l’impianto sia inquinante, qualora le prove dell’inquinamento non siano sufficienti. Ed ancora, se passa il referendum si aprirà la strada al risarcimento danni al concessionario che ha in corso la realizzazione del progetto sia per le spese sostenute finora sia per i guadagni che avrebbe potuto realizzare: chi paga?

Ovviamente il Comune, almeno in una prima fase, che ha realizzato il progetto e fatto una gara per la scelta del concessionario. Un risarcimento danni che sarà ingente (potrebbe essere di milioni di euro secondo una perizia di stima commissionata dal Comune). Un referendum che al di là del risultato merita un approfondimento anche successivamente al responso delle urne per chiarire tutta questa vicenda.

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