Davide Nicola vittima dell’ansia sbaglia formazione, ma il miracolo avviene

L’analisi di Salernitana-Udinese e del finale di stagione. I festeggiamenti. Lo show di Priscilla Salerno (Foto) L’AmmazzaCalcio di Fabio Falcone

Un misto di gioia e paura si attanaglia nella mente di ogni singolo tifoso che stava per varcare il principe degli stadi, l’Arechi. I supporter granata erano consapevoli che nessuno avrebbe regalato nulla alla Salernitana, ma bisognava vincere senza fare calcoli.

Ieri sera è andata in scena Salernitana Udinese, l’ultimo atto di una stagione che è entrata di diritto negli annali del calcio piazzandosi tra le più commoventi ed entusiasmanti di sempre, soprattutto per la lotta per non retrocedere. Si sono sfidate due squadre che hanno condotto un campionato diametralmente opposto: l’Udinese già salva, complice un ottima prima parte di stagione, e che non aveva più nulla da chiedere al campionato, mentre la Salernitana era reduce da un estenuante rincorsa che la vedeva all’ultimo posto appena due mesi addietro, con un ritardo di 12 punti dalla zona salvezza e virtualmente condannata al ritorno in serie B.

La tensione saliva sempre di più, l’ansia di dover vincere a tutti i costi ha creato apprensione, ma allo stesso tempo è diventata adrenalina nelle gambe dei calciatori granata. Già dalla partenza è stata partita vera. L’Udinese è partita subito forte, riuscendo ad andare in vantaggio dopo pochi minuti con Gerard Deulofeu. La Salernitana non era la squadra vista all’opera nelle ultime partite, questo perché per la prima volta il mister Davide Nicola sbaglia la formazione.

Proprio sul più bello, l’allenatore granata ha abbandonato il consueto 3-5-2 che aveva fatto le fortune della Salernitana nell’ultimo mese e mezzo portandola a giocarsi la salvezza quando sembrava spacciata, a favore di un 4-3-1-2, con Simone Verdi a supporto delle punte Federico Bonazzoli e Milan Djuric. Una scelta dettata dall’ansia forse di voler chiudere subito la contesa aumentando la potenza offensiva. Una scelta che si è rivelata un suicidio.

La Salernitana ha perso così intensità e uomini a centrocampo e l’Udinese di esperienza ne ha approfittato e in poco più di 30 minuti ha dilagata arrivando allo 0 – 3. Terminato il primo tempo, la partita era virtualmente chiusa e solo un miracolo avrebbe potuto riaprirla e far pensare ad una clamorosa rimonta. I supporter granata sono rimasti attoniti, increduli e sembravano aver perso ormai qualsiasi speranza.

Il secondo tempo è partita sulla falsa riga del primo e l’Udinese ha fatto subito il quarto goal. In questo momento gli occhi dei tifosi granata non erano più proiettati sulla partita dei loro beniamini ma sui telefoni cellulari collegati con lo stadio “Luigi Penso” dove si stava giocando la partita tra Venezia e Cagliari ancora ferme sullo 0-0. Se il Cagliari fosse uscito vittorioso contro un Venezia rimaneggiato, la Salernitana sarebbe stato comunque salvo, ma era impresa molto ardua. È stata un’agonia, chiunque pensava che il peggio potesse succedere da un momento all’altro.

Il Cagliari schiacciava costantemente il Venezia nella propria metà campo prendendo letteralmente d’assalto la porta avversaria. I tifosi temevano: «Prima o poi un pallone entrerà e il Cagliari si salverà». Ma il miracolo è avvenuto: il Cagliari non è riuscito a segnare. Il Venezia ha tenuto botta fino al 96esimo minuto, onorando il campionato e la partita si è conclusa 0-0, mandando in paradiso Salerno e condannando i Sardi all’“inferno” che si chiama serie B. Anche se le scelte di Nicola sono del tutto opinabili, è impensabile dare addosso a quest’uomo. Una persona che ha condotto una squadra rassegnata al proprio destino, portandola alla ribalta e consegnandola di diritto alla storia.

Emozioni uniche, brividi che pervadono la schiena dei tifosi granata, lacrime di gioia e soprattutto la consapevolezza di essere una realtà ormai consolidata. Ieri è stata scritta una pagina di storia indelebile e con essa si aprirà di sicuro un ciclo che distaccherà definitivamente Salerno dai cugini Napoletani, facendola brillare di luce propria. Da sempre, i Salernitani in giro per il mondo si sono trovati ad essere identificati geograficamente e per inflessione alla vicina Napoli, dovendo sempre specificare di essere Salernitani e non Napoletani.

Da ieri, grazie a mister Davide Nicola e ai suoi eroi, tutto il mondo parlerà dei Granata e delle loro gesta, grazie al presidente Iervolino che di sicuro costruirà una bella squadra in grado di rimanere e ben figurare in serie A, Salerno godrà di un’eco propria e sarà palcoscenico di tante nuove e blasonate battaglie calcistiche che rimetteranno alla città tanta popolarità. Chi pensava fino ad oggi che l’Arechi e i suoi inquilini fossero solamente una nicchia distaccata dalla realtà quotidiana dovrà ricredersi: grazie alla Salernitana ne gioverà una città intera e con essa la sua economia.

Un ringraziamento Salerno lo dovrà tributare in primis a chi ha ridato entusiasmo ad una piazza agonizzante e mortificata in toto dalla precedente gestione, il presidente Danilo Iervolino ha saputo ridare credibilità a questo calcio fatto ormai di mercenari e procuratori avvoltoi, ha ridato un sogno alla gente, qualcosa in cui credere e per cui valga la pena sognare. Con la sua classe ed eleganza, il presidente Iervolino sarà di sicuro alla ribalta del calcio Italiano, ha dimostrato di saper essere un ottimo imprenditore non avvezzo solo ai numeri ed ai calcoli matematici ma soprattutto di ragionare con il cuore rendendo più umano uno sport che dai più è ormai visto come un mercato e non più come uno spettacolo.

Un grazie lo merita anche il direttore Walter Sabatini che ha messo in discussione anni di onorata carriera, accettando una squadra ormai compromessa e rassegnata al proprio destino, una scommessa che nessuno avrebbe mai accettato. Sabatini ci ha sempre creduto, passando per presuntuoso, incassando insulti dagli addetti ai lavori senza mai vacillare, fermamente focalizzato sull’obiettivo e i fatti gli hanno dato ragione.

Un grazie la città deve darlo ai calciatori, tutti. Quelli che hanno quasi sempre giocato e quelli che in silenzio hanno gioito, sofferto e supportato i propri compagni in trincea. Grazie davvero di cuore ragazzi, avete restituito un pezzo di cuore a questo sport. Ci avete dimostrato che nulla è impossibile a patto che si voglia fermamente, a patto che il movente verso l’obiettivo sia il cuore e il sacrificio e la determinazione e non il Dio denaro. I calciatori granata sono considerati dal mondo calcistico intero, veri e propri eroi. E un grazie immenso va ai sostenitori granata, encomiabili, irresistibili, inesauribili, commoventi, corretti e rispettosi. Hanno colorato di granata lo stadio Arechi ogni singola partita, hanno inondato di granata il pensiero di ogni singolo cittadino salernitano e non solo, orgogliosamente portavoce di una fede che a Salerno ormai è seconda sola a quella divina. Il grido di rivalsa dei supporter si è sentito fin oltre oceano ed è riecheggiato ancora nel vento. Salerno ora può sognare in grande, Salerno è ora Salernitana.

I FESTEGGIAMENTIPriscilla-Salerno-festeggiamenti-salernitana-RTAlive
Fuochi d’artificio, cortei, clacson strombazzanti fino oltre l’una di notte per salutare la permanenza in Serie A. Priscilla Salerno ha mantenuto la promessa, regalando un assaggio della sua avvenenza e mostrandosi in topless immersa fra i supporters granata. La sciarpa granata indossata poi rigorosamente a coprire il suo decolté, ma le curve impazzano comunque tra urla di gioia e lacrime d’amore.
Fabio Falcone

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