Chi fosse l’Atalanta e chi la Salernitana lo si poteva riconoscere solo dalla casacca

Ederson stava per far saltare il banco, ma i Granata sono li. La squadra del Cavalluccio ad un passo dalla vittoria, ma si ferma sull’1 a 1. L’AmmazzaCalcio, la rubrica di Fabio Falcone

Fino all’87 minuto, una sola domanda riecheggiava nei pensieri dei tifosi granata: “Stiamo sognando?”.

La partita tra Atalanta e Salernitana sembrava non destare le apparenti differenze di organico: questo succedeva perché al momento non è eresia dire che non esiste un divario tecnico spropositato tra molte delle squadre che precedono la Salernitana in classifica, anche se si tratta dell’Atalanta. La pochezza del campionato italiano, dove la mente non ricorda una bagarre così serrata sia nelle zone alte della classifica a contendersi lo scudetto e sia nella lotta a non retrocedere, mette in evidenza quanto sia diventata Squadra la compagine granata.

Solida, cinica, organizzata e soprattutto dotata di uno dei centrocampo più forti della serie A. Ederson è di un altra categoria e seguono a stretto giro Lassana Coulibaly e Emil Bohinen. Questa squadra non può retrocedere, alla luce dei fatti sarebbe un sacrilegio. Se c’è una squadra in serie A che al momento si ha il piacere di vedere è proprio la squadra del Cavalluccio che sta mettendo su un autentico miracolo. La partita sembrava incanalarsi verso la quarta vittoria consecutiva per i Granata, solo un calo di tensione permette a Mario Pašalić di battere a rete dopo un improvvisa imbucata e con un preciso diagonale fa 1 a 1.

La Salernitana sul finale ha anche una chance per pareggiare trovandosi lanciata verso l’area avversaria in superiorità numerica ma la stanchezza si fa sentire e fa perdere lucidità. Un punto a Bergamo è tanta roba e potrebbe risultare decisivo ai fini della salvezza al suono del gong ma è proprio della stanchezza che dobbiamo preoccuparci. La partita di stasera porta un dote una amara verità: per la Salernitana sono stati usati due pesi e due misure.

All’Atalanta è stato concesso un giorno di riposo in più, mentre ai Granata è stato negato. Non si sa il motivo ed è meglio non fare illazioni ma è un dato di fatto che la Salernitana debba giocarsi un intera stagione in 6 giorni. Tre partite in sei giorni, una cosa che non si era mai vista, a rigor di logica non sarebbe mai dovuto succedere. Uno scenario simile, dove la Salernitana si trova a giocarsi un campionato, sogni di una città intera, investimenti enormi e sacrifici di tutto l’ambiente, è una scelta che la lega non avrebbe dovuto prendere.

Speriamo che la giustizia venga a galla attraverso l’impensabile. La Salernitana data per spacciata è risorta e viaggia prepotentemente verso una salvezza insperata e se esiste davvero la giustizia, questa squadra si salverà. Lo farà perché ci crede, lo farà perché è condotta da un grande uomo, lo farà perché semplicemente è la più forte almeno delle ultime 6 in classifica.
Onore ai calciatori, questa sera hanno onorato una città intera: stavano per far saltare il banco e solo un po’ di sfortuna non lo ha permesso.

Ma il destino, che sembrava scontato, può essere riscritto, difronte alla squadra granata ci sono ancora quattro pagine bianche che aspettano solo di annotare il prossimo risultato, quattro partite drammaticamente raccolte in pochi giorni ma che trasmetteranno di sicuro la forza oltre l’umano ai calciatori granata che non molleranno proprio adesso.
Fabio Falcone

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