Vendita pomodoro con sostanze nocive e caporalato, nei guai gli Attianese

Per i titolari un arresto domiciliare ed un divieto di dimora

È stato confiscato quasi 1milione di euro per le condotte illegali di una azienda conserviera di Nocera Superiore. Ad essere colpiti da misure cautelari i contitolari, APMT ai domiciliari e ADM con divieto di dimora. Le indagini riguardano quantità di concentrato di pomodoro egiziano contenente pesticidi sopra le soglie consentite, con richiamo all’italianità del prodotto. Inoltre, riscontrata la corruzione di un funzionario dell’ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti alimentari di Salerno.

Le indagini hanno evidenziato anche la presenza di lavoratori sottopagati e in nero, con turni massacranti e controllo dei dipendenti con videosorveglianza, anche per andare in bagno. Disposte sanzioni da parte dell’Inps per oltre 275mila euro.

Di seguito il comunicato stampa.
L’8 marzo 2022 in Nocera Superiore (SA), nell’ambito di un’attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, i Carabinieri del Reparto Tutela Agroalimentare (RAC) di Salerno e della Sezione Polizia Giudiziaria della Procura di Nocera Inferiore, hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali – emessa dal G.I.P. del Tribunale di Nocera Inferiore su conforme richiesta della Procura della Repubblica di Nocera Inferiore — con la quale è stata disposta la custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico di A.P.M.T. e la misura cautelare del divieto di dimora a carico di A.D.M., soci contitolari ed amministratori di un’industria conserviera operante nel settore agro alimentare del territorio nocerino-sarnese.

L’operazione ha avuto origine dalle pregresse investigazioni che avevano già condotto in data 26 maggio 2021 al sequestro preventivo d’urgenza di un ingente quantitativo (800 tonnellate) di concentrato di pomodoro di origine egiziana contenente pesticidi sopra le soglie consentite ed in parte già distribuito sul mercato, con richiamo all’italianità del prodotto, ingenerando negli acquirenti l’idea che l’intera filiera produttiva del doppio concentrato di pomodoro, a partire dalla materia prima, fosse di origine italiana. Le attività investigative – comprendenti l’escussione di persone informate, l’acquisizione e l’analisi di tabulati di traffico telefonico, servizi di osservazione, perquisizioni, intercettazioni, accertamenti bancari – hanno riscontrato la corruzione di

D.R.V., funzionario pubblico responsabile dell’I. C. Q.R.F.-Ispettorato Centrale della Tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei Prodotti Agroalimentari di Salerno. In particolare, gli imprenditori, reiteratamente dal 2018, ricevevano dal citato D.R.V. informazioni in relazione alle attività investigative volte a riscontrare la salubrità dei prodotti conservieri commercializzati su larga scala in molteplici Stati esteri dalla S.p.a. oggetto d’investigazione, pattuendo in corrispettivo l’assunzione per la figlia del predetto – con erogazioni di correlati benefici economici – e del medesimo funzionario D.R.V., da compiersi all’atto del suo pensionamento.

Alla luce delle rivelazioni compiute dal funzionario dell’ufficio I. C. Q.R.F. sui controlli in corso relativi alla campionatura del prodotto conserviero, è stata accertata la sostituzione, da parte degli imprenditori arrestati, del concentrato di pomodoro prelevato da analizzare, contenente pesticidi sopra la soglia consentita, con altro appositamente predisposto dagli imprenditori controllati, con un’operazione di disturbo al tracciamento di prodotti nocivi per la salute pubblica.

Nel corso delle attività investigative, è emersa anche la responsabilità per gli amministratori, titolari dell’industria conserviera, unitamente al dipendente D.M., attinto dalla misura cautelare del divieto di dimora, per il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, poiché, con condotte vessatorie, impiegavano lavoratori in condizioni di sfruttamento, ingenerando un forte timore negli stessi in relazione alla loro condizione di vulnerabilità.

In particolare, le vessazioni nei confronti dei lavoratori sottopagati in nero, che percepivano 4,35 euro all’ora, si sono anche concretizzate in turni massacranti di 43 ore continuative di lavoro, con osservazione, videosorveglianza e controllo continuo anche del tempo di permanenza in bagno che, se ritenuto eccessivo, portava alla decurtazione della paga fino ad annullare il pagamento per l’intera giornata lavorativa. In relazione a tali condotte veniva disposto ed eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca della somma di 979.803,86 euro, quale profitto del reato in relazione al risparmio dei costi d’impresa accertati e documentati dalle indagini. Contestualmente, la Direzione Provinciale dell’I.N.P.S. di Salerno ha provveduto ad elevare sanzioni amministrative per euro 275.600,00.

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