È di Sant’Egidio del Monte Albino il re del “pezzotto” indagato dalla Finanza

Vive a Dubai ma ora rischia una condanna e il risarcimento milionario di Sky, Dazn, Netflix ed altre società

È un 25enne informatico di Sant’Egidio del Monte Albino il re del pezzotto e con i proventi della pirateria contro Sky. Dazn e Netflix vive da nababbo a Dubai, da dove gestiva la piattaforma delle pay tv. Ma quel regno ormai è finito sotto la scure della procura di Milano e della guardia di finanza e a breve le sue foto postate sui social che lo ritraggono fare la bella vita nell’eldorado negli Emirati Arabi uniti lascerà il posto alle ricerche della magistratura italiana.

E nei guai andranno anche i 500mila suoi clienti, che con 10 euro al mese, credendo di essere più furbi degli altri, vedevano le partire delle squadre di calcio, film e tutto il mondo delle televisioni a pagamento collegandosi, sapendolo, ad un sito pirata senza pagare i canoni di Sky, Netflix e Dazn, ma anche molte altre. I 500mila furbetti rischiano una condanna penale, una pesante multa e il risarcimento danni alle aziende; davvero un pessimo affare.

[leggianche]

Chi organizza o gestisce i siti internet pirata fino ad otto anni di carcere (in molto casi viene contestata anche la ricettazione ed altri reati oltre a quelli della violazione delle leggi del diritto d’autore), una multa risarcimenti milionari alle aziende depredate, come Sky, Netflix e Dazn. Insomma, milioni di euro per pochi mesi, massimo due anni e una scure giudiziaria ed economica per decenni.

I 20 indagati dell’operazione The Net sono residenti tra Toscana, Emilia-Romagna, Campania e Calabria, si occupavano, secondo l’accusa, della “generazione e distribuzione dei flussi Iptv”. Le Fiamme Gialle hanno individuato anche la ‘testa’ del network: il “CyberGroup”, un internet service provider i cui “server servivano a far funzionare diverse Iptv illegali”.

Ad amministrarlo, secondo i magistrati, un 25enne di Sant’Egidio del Monte Albino. Il giovane sarebbe un noto produttore di ‘pezzotti’, ossia i sistemi che permettono di guardare, senza versare i canoni dovuti, i canali a pagamento. In Campania, poi, avrebbe agito anche un’altra persona che “procacciava” i clienti e che gestiva i “pagamenti relativi agli abbonamenti pirata al servizio Sky, destinati ad alimentare i flussi finanziari illeciti”.  In Toscana, inoltre, un altro indagato, usando ben “50 dispositivi mobili”, distribuiva “illegalmente contenuti audiovisivi del palinsesto Sky”.

“La Guardia di Finanza ha il pieno sostegno di Sky – ha commentato l’azienda in una nota – nella sua attività di contrasto alla pirateria audiovisiva e accogliamo con favore l’operazione di oggi, l’ultima di una serie di azioni sempre più efficaci volte a porre fine a questo fenomeno illegale”. Soddisfatto anche l’ad della Lega di Serie A, Luigi De Siervo, che parla di “danni incalcolabili al settore” procurati da queste organizzazioni criminali: “È inaccettabile che oltre mezzo milione di utenti abbiano potuto usufruire illegalmente, per mesi, di un contenuto premium come il calcio restando impuniti”.

loading ads