Torre Annunziata, guerra tra il clan Gionta e IV Sistema, 19 arresti

Operazione dei carabinieri oplontini che hanno fatto luce su un tentato omicidio del 2020 per vendicare un assassinio di 15 anni fa

Colpo alla criminalità oplontina e rispuntano vecchi nomi del clan Gionta e “IV sistema” (gruppo presente nella zona del “Penneniello”) che affliggono Torre Annunziata e i comuni limitrofi. Questa mattina, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda nei confronti di 19 persone gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, porto e detenzione di armi da sparo, tutte ritenute appartenenti ai contrapposti clan “Gionta” e “IV Sistema” è stata eseguita oggi dai carabinieri del Gruppo oplontino.

I NOMI
1. GIONTA Valentino, cl. 53;
2. CARPENTIERI Giuseppe, cl.70;
3. GIONTA Teresa, cl. 74;
4. PALUMBO Salvatore, cl. 74;
5. DELLA GROTTA Alfredo, cl. 95;
6. SALVATORE Immacolata, cl. 80;
7. GIONTA Valentino, cl. 83;
8. ESPOSITO Luigi, cl. 96;
9. ESPOSITO Filippo, cl. 2001;
10. COPPOLA Ciro, cl. 2002;
11. CIRILLO Antonio, cl. 88;
12. PALUMBO Salvatore Aniello, cl. 87;
13. PALUMBO Antonio, cl. 82;
14. PALUMBO Angelo, cl. 61;
15. DELLA GROTTA Raffaele, cl. 73;
16. CHERILLO Luca, cl. 89;
17. CHERILLO Pasquale, cl. 84;
18. COLONIA Michele, cl. 2000;
19. GUARRO Michele, cl. 64.

LE INDAGINI
La Dda e i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno avviato un’indagine «da maggio 2020 a luglio 2021, all’indomani del tentativo di omicidio di Giuseppe Carpentieri, 51 anni, ritenuto elemento di spicco del clan e genero del capoclan detenuto il 68enne Valentino Gionta». Gionta è destinatario del provvedimento di oggi poiché ritenuto ancora al vertice dell’organizzazione, avvalendosi della collaborazione dei familiari più stretti, tra cui la figlia Teresa (47 anni), lo stesso Carpentieri e l’omonimo nipote Valentino Gionta (38 anni). Le indagini hanno riguardato elementi di vertice del clan Gionta (detto anche dei Valentini), accertandone «la capacità di controllo del territorio mediante l’intimidazione mafiosa, l’opprimente rete estorsiva ai danni di attività economiche locali e la capacità di fronteggiare militarmente le fazioni contrapposte, grazie alla disponibilità di armi ed esplosivi».

LO SCONTRO TRA CLAN
Il 14 giugno 2006 Natalino Scarpa era nei pressi dello a stadio Giraud a Torre Annunziata. Fu l’occasione giusta per “punirlo” dello schiaffo dato a carnevale a Valentino Gionta jr e così il papà Aldo, da molti conosciuto come il boss poeta, ordinò l’assassinio di zi’ Natalino. Omicidio per il quale è stato condannato definitivamente all’ergastolo Aldo Gionta.

Per vendicare la morte del nonno, 14 anni prima, quelli del IV Sistema tesero un agguato. Il sei maggio del 2020 fu teso un agguato a Giuseppe Carpentieri, genero del boss Valentino, appena uscito dal carcere. I killer attesero Carpentieri a corso Vittorio Emanuele a Torre Annunziata ma riuscirono solo a ferirlo.

Per quell’agguato risultano gravi indizi di colpevolezza per i fratelli Pasquale (37 anni) e Luca (32 anni) Cherillo, nipoti di Natalino Scarpa, oggi entrambi detenuti, ritenuti promotori del neo-costituito clan denominato “IV Sistema”, con base nel quartiere popolare del ‘Parco Penniniello’ che avrebbero agito «mossi da sentimenti di vendetta per l’omicidio del loro nonno Natale Scarpa, avvenuto il 14 giugno 2006 in un agguato eseguito da sicari del clan Gionta».

IL RINGRAZIAMENTO DEL SINDACO
«Vivo apprezzamento e sincere congratulazioni ai carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata, coordinati dalla Procura oplontina-Direzione Distrettuale Antimafia, per l’indagine che ha portato all’emissione di 19 ordinanze di custodie cautelari nei confronti di soggetti appartenenti ad alcune organizzazioni camorristiche operanti sul territorio cittadino’».

Queste le parole usate dal sindaco di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione, per commenta l’operazione dei militari che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 19 persone ritenute appartenenti ai clan camorristici Gionta e Quarto Sistema.

«Si tratta – prosegue Ascione – dell’ennesimo colpo inflitto in questi anni alla criminalità organizzata, circostanza resa possibile grazie all’eccellente lavoro svolto da magistratura e forze dell’ordine…Ringrazio tutte le donne e gli uomini dello Stato che con determinazione, abnegazione e senso del dovere contribuiscono quotidianamente alla tutela e alla sicurezza dei cittadini».

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