L’accordo, firmato dalla Regione e dalle associazioni datoriali, premierebbe chi paga i lavoratori fino al 50% in meno. Annunciate mobilitazioni e azioni legali dei sindacati e del Comitato Giustizia Contrattuale
Ingiustizia è fatta. La Regione ha firmato un accordo con le associazioni dei centri della riabilitazione accreditata con cui rinnova quella che è stata definita la vergogna del dumping contrattuale. Quella cosa per cui i centri che pagano i lavoratori fino al 50% in meno hanno dalla regione le stesse tariffe. Ovvero i soldi che servirebbero per gli stipendi, e quindi anche per la qualità del servizio, finiscono nelle tasche dei proprietari dei centri che fanno dumping.
I sindacati non ci stanno, la CISL FP ha già annunciato il ricorso alle vie legali e lo ha fatto con le parole di fuoco del suo segretario generale Lorenzo Medici: “Chi danneggia il lavoratori viene premiato dalla Regione”. Ma non sono da soli. “Il rinnovo delle tariffe era l’occasione per porre fine a questo scandalo che danneggia tutti. Così invece si va contro i lavoratori, il servizio sanitario, i centri virtuosi”. A dirlo è il portavoce del Comitato Giustizia Contrattale, dr. D’addino che spiega un paradosso incomprensibile: “Ai centri che applicano il contratto AIOP, leader della sanità privata e più vicino a quello della sanità pubblica, viene riconosciuto appena la metà del costo del rinnovo del contratto, in sostanza un danno del 4,30 %.
Soldi che vengono dirottati a chi invece applica contratti con cui paga di meno i lavoratori e che non ha avuto nessun costo in più, ma avrà un aumento senza motivo del 4,15 %”. “Sembra complicato – aggiunge – ma è molto semplice: i centri virtuosi verranno bastonati e quelli più furbi, che già guadagnavano di più a spese dei lavoratori, verranno premiati e guadagneranno ancora di più. Una follia”. Contro questa “follia” nei mesi scorsi ci sono state manifestazioni, scioperi, incontri con la Regione. A parole tutti d’accordo nel dire che il dumping contrattuale è inaccettabile, tanto più se sollecitato dalla Pubblica Amministrazione. All’improvviso però, con questo accordo, le buone intenzioni sono state beffate, da qui ai prossimi anni. Parliamo di Milioni di euro di denaro pubblico.
D’addino ha preso carta e penna e ha scritto alla Regione, ai sindacati, ai centri, spiegando punto per punto perché, parole sue, “questo accordo è incredibile, se ne frega dei lavoratori, contraddice tutte le linee della Regione e se venisse attuato sarebbe un disastro sociale annunciato”. Lo definisce “un mix di omissioni, immobilismi, iniquità, ambiguità, paradossi a danno di tutta la riabilitazione”. Vediamo perché. La Regione richiama le lettere della Conferenza delle Regioni e le intese con i sindacati “ma non dice che si riferiscono esclusivamente al contratto AIOP e non ad altri contratti”. Inoltre “ci si appella alle delibere degli anni passati, ma si omette che erano della Giunta Caldoro: il riferimento per la giunta De Luca è la giunta Caldoro? Si rimanda poi a un parere del ministero della Salute, ma è di otto anni fa su una delibera impostata male dal Commissario di allora.
Vediamo se oggi il Ministro sarebbe d’accordo sul violare l’art. 97 della Costituzione” E ancora: “Ingiustizia contrattuale, iniquità, sperequazioni. Tutto a danno dei ‘fessi’ che applicano il contratto leader come richiesto dalla Pubblica amministrazione. Tutto a vantaggio dei ‘furbi’ che aumentano i loro guadagni. Chi specula vince sulle spalle di chi crede nella correttezza. Una assurdità giustificata con il ‘come si è sempre fatto’ , la frase simbolo di ogni immobilismo”. Ma la cosa più grave, spiega la lettera, è ciò che ci aspetta: “Fioccheranno ricorsi al TAR, segnalazioni alla Corte dei Conti, segnalazioni all’Autorità per la concorrenza” e “ci sarà una disdetta in massa dei contratti AIOP per abbracciare i contratti con cui pagare i lavoratori il 50% in meno”. Insomma “un disastro sociale”. Inevitabile? No. “Il dumping contrattuale – dice D’addino – non ha ancora vinto e noi continueremo a batterci contro quella che abbiamo definito e definiamo una vergogna, e che è destinata a scomparire”.