A Roma per chiedere al Governo italiano di poter riabbracciare i bambini bielorussi

Molte le famiglie campane e salernitane che attendono di accogliere quelli che ormai considerano i loro figli

Anche dalla provincia di Salerno decine di famiglie hanno partecipato a Roma, davanti alla Farnesina, per chiedere al ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio di far riaprire al più presto il ponte aereo per le accoglienze temporanee dei bambini bielorussi in Italia. Si tratta di famiglie che ospitano orfani che vivono in aree ancora sottoposte agli effetti radioattivi dell’esplosione del reattore nucleare di Cernobyl e che trascorrendo un periodo lontano da quei luoghi vicino al confine con l’Ucraina hanno un notevole effetto positivo sulla propria salute.

Quei bambini, quei ragazzi sono diventati figli a tutti gli effetti e che non possono riabbracciare da due anni per problemi diplomatici e di mezzo ci si è messa anche la pandemia che ha certamente rallentato lo sblocco della situazione. Coppie anche con figli che attendono le vacanze estive quelle natalizie per accogliere i bambini e tra queste ci sono tante famiglie salernitane, una rappresentanza delle quali ieri mattina era a Roma per far ascoltare anche la loro voce.

“Non sappiamo più come spiegare a questi nostri figli, perché per noi sono proprio dei figli-dice Valentina Batelli, salernitana, il motivo per il quale non possono più venire a casa, perché questa è anche la loro casa, qui ci sono i loro affetti, una rete di amore incondizionato che li sostiene e continuerà a farlo. Siamo anche stati in Bielorussia, mandiamo loro dei pacchi, siamo in contatto con video chiamate, ma ora questo non basta più, noi li attendiamo a casa, il governo italiano deve fare il possibile affinché possano venire in Italia, o comunque darci una risposta”.

I programmi solidaristici nati dopo il disastro di Chernobyl raccontano una trentennale storia di solidarietà a costo zero per lo Stato Italiano che tanto ha dato a centinaia di migliaia di ragazzi (750.000 per la precisione in 30 anni) che oggi vedono il Bel Paese come la loro seconda casa. “Non si può permettere che questa storia si interrompa e la protesta proseguirà fino a quando i bambini bielorussi non riavranno i loro soggiorni di risanamento” -ha affermato Sergio De Cicco, presidente della Puer, l’associazione che ha promosso la manifestazione di stamane.

“Come famiglie ospitanti- spiega Leonardo Licusati, anch’egli salernitano – ci occupiamo volentieri anche delle cure mediche di cui spesso necessitano questi ragazzini, purtroppo ora è tutto sospeso ed il peso che questi bambini devono sopportare è enorme, mi auguro che dalla Farnesina arrivi un impegno forte e risolutivo”. Dopo la manifestazione dello scorso maggio di fronte al Ministero della Salute per chiedere l’approvazione del protocollo sanitario necessario al riavvio dei programmi, le famiglie, con il supporto delle associazioni, tornano a protestare affinché non siano i bambini a pagare.

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