Scafati. Ok all’azienda consortile “Comunità Sensibile: ma è scontro politico

Consiglio comunale al vetriolo, la coalizione “Insieme per Scafati” contro l’amministrazione: “la democrazia e’ stata massacrata dalla paura di chi sa di non avere i numeri”

Pomo della discordia, gli emendamenti presentati dalle opposizioni per lo statuto dell’azienda consortile “Comunità Sensibile” durante il consiglio comunale del 27 luglio. A sollevare la questione dalle fila della minoranza i consiglieri Michele Russo, Michelangelo Ambrunzo, Alfonso Carotenuto e Michele Grimaldi della coalizione “Insieme per Scafati” che, pronti a rivolgersi alle autorità competenti, denunciano “la violazione dei principi di democrazia nello svolgimento dell’assise”.

Cosa è successo? A scatenare il malcontento, in particolare, uno degli argomenti all’ordine del giorno. Si tratta dell’approvazione dello statuto dell’azienda consortile per i servizi sociali “Comunità sensibile”. Questione per la quale sono stati presentati diversi emendamenti che, però, “non sono stati né discussi né votati dall’assise”, spiegano gli esponenti dell’opposizione. Un modus operandi che, per i quattro consiglieri di minoranza, “violerebbe i principi democratici e che – incalzano – rimarrà una delle pagine nere della storia democratica della città di Scafati, e di questa amministrazione”.

In particolare in merito allo Statuto dell’azienda consortile, il gruppo “Insieme Per Scafati” non condivideva “la suddivisione delle quote di partecipazione in parti uguali al 25% tra Scafati, Angri, Sant’Egidio del Monte Albino e Corbara”. “Questo perché- spiegano- un comune di 50.000 abitanti valeva quanto uno di 8.000 o di 2.000. Avevamo, pertanto, proposto un criterio misto, basato anche sul numero degli abitanti, molto più giusto, con Scafati al 39% , Angri al 30%, Sant’Egidio al 18% e Corbara al 13.%, al fine di non veder mortificato il peso dei cittadini scafatesi”. Altri emendamenti invece riguardavano i criteri di nomina degli amministratori “per privilegiare – continuano i consiglieri – procedure pubbliche e trasparenti, un tetto al compenso degli amministratori e maggiori poteri di controllo del Consiglio comunale, e dunque dei cittadini, sugli atti e i bilanci dell’Azienda”.

La discussione, però, non è decollata. “Ebbene – denunciano i consiglieri – ci è stato impedito di discutere e votare i suddetti emendamenti, con una motivazione cavillosa; ovvero adducendo come pretesto che mancassero i pareri del funzionario e dei revisori che, però, l’amministrazione non si è curata affatto di far intervenire in consiglio, ammesso e non concesso che fossero necessari i loro pareri”. Pertanto i consiglieri vogliono vederci chiaro e si dicono pronti a rivolgersi alle autorità competenti per fare luce sull’accaduto.

“Non si può accettare quello che è successo, un fatto senza precedenti, che mortifica il ruolo dei consiglieri, le istituzioni e la città. È evidente – incalzano- che non è in discussione solo l’opportunità di approvare o meno uno Statuto che così come è penalizza e mortifica Scafati, ma siamo al palese mancato rispetto delle regole del gioco e alla condivisione dei principi basilari della democrazia. Evidentemente il sindaco temeva che alcuni di quegli emendamenti sarebbero stati approvati, anche con il voto favorevole di un pezzo della maggioranza che avrebbe votato per il bene della città e non con la cieca logica di parte”.

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