Operazione dei Noe in provincia di Napoli, Caserta e Avellino: scoperti titolari di imprese abusivi, inquinatori, evasori e sfruttatori della manodopera
Sono sempre più gli imprenditori denunciati per non rispettare le norme ambientali, evidentemente l’apparato repressivo ha le armi spuntate e le leggi esistenti a tutela dell’ambiente scoraggiano poco o per nulla. Se le aziende non vengono tolte a chi inquina tutto il resto servirà a poco.
Basta vedere i dati di queste ore: i carabinieri del Nucleo per la tutela dell’ambiente hanno denunciato 29 imprenditori titolari di aziende tessili che operavano nelle province di Napoli e Caserta e a Solofra per aver smaltito illecitamente gli scarti di lavorazione.
CHI APPICCA I ROGHI
Come spessissimo accade, questi rifiuti da aziende tessili vengono gettati ai margini delle strade o in aree di campagna e dati poi alle fiamme su indicazione degli stessi imprenditori, per evitare di risalire all’inquinatore, provocando però nubi tossiche e nocive. Da settembre scorso, i carabinieri hanno effettuato controlli a tappeto nei comuni del Casertano e del Napoletano ricadenti nella “Terra dei Fuochi”, in cui vengono abitualmente sversati rifiuti provenienti da opifici e piccole attività industriali, che di solito vengono poi incendiati. Dalle indagini dei militari del Noe è emerso che la filiera del pellame e del tessile è tra quelle in cui avvengono maggiori violazioni alla normativa ambientale, con aziende che operano senza alcuna autorizzazione, in modo dunque completamente abusivo, e che quindi sversano illecitamente inquinando il territorio.
I COMUNI DOVE HANNO SEDE LE AZIENDE
Negli ultimi giorni i controlli sono stati intensificati e hanno coinvolto 54 opifici situati a Napoli, Casavatore, Giugliano in Campania, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, San Gennaro Vesuviano e Palma Campania, a San Tammaro nel Casertano e a Solofra in provincia di Avellino. Ad operare i Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli e i Noe di Napoli, Caserta, Salerno, Bari e Potenza, con la collaborazione dei militari del gruppo Ispettorato del Lavoro di Napoli e dei comandi provinciali di Napoli e Caserta.
COSA HANNO SCOPERTO I CARABINIERI
Denunciati 29 imprenditori – oltre la metà di quelli sottoposti a controllo – per lo smaltimento illecito di rifiuti e lo scarico illecito di acque reflue industriali, sottoponendo a sequestro impianti e macchinari di undici aziende utilizzati per l’esercizio delle illecite attività di concia e lavorazione del pellame e dei tessuti; sono state inoltre irrogate 90 sanzioni amministrative per 285.000 euro complessivi. Per cinque opifici è scattata anche la sospensione dell’attività produttiva, visto che all’interno vi lavorano 39 operai in nero su un totale di 60 occupati.
Dalle indagini dei carabinieri del Noe è emerso che le cause dello smaltimento illecito di rifiuti con il loro incendio sono gli elevati costi delle procedure regolari, l’esistenza di attività che operano con manodopera “in nero” e la tendenza di alcune aziende di nascondere al fisco la reale operatività, limitando la fatturazione attraverso la produzione “in nero”, ed evitando dunque i previsti oneri di tassazione.