Farmaci dopanti, ecco come procacciavano gli iscritti nelle palestre di Angri, Cava e Salerno

Il modus operandi dei due personal trainer di Castel San Giorgio arrestati ieri mattina. I due si rifornivano da Napoli dei farmaci introvabili e da due farmacie, una cavese e una angrese, di quelli più reperibili

In varie palestre della provincia di Salerno, in particolare in una del capoluogo, in una di Angri e in un’altra di Cava de’ Tirreni c’erano iscritti che facevano allenamento ma volevano raggiungere risultati strabilianti e in poco tempo. A questi si rivolgevano due personal trainer di Castel San Giorgio, A.G. di 35 anni e P.C. di 40 anni, che proponevano una “cura”, la somministrazione di particolari farmaci dopanti che consentivano di raggiungere l’obiettivo. Le sostanze fornite dai due arrivavano attraverso due canali. Quelli più difficili trovare, tra i quali l'”ormone della crescita”, tecnicamente “Gh”, per gran parte contraffatto, proveniva da un venditore di Napoli, mentre il rifornimento di quelle più comuni, come il testosterone, avveniva presso una farmacia di Cava de’ Tirreni e in una di Angri. I farmacisti o loro collaboratori vendevano sotto banco i medicinali che sono consegnabili solo dietro prescrizione medica che ovviamente non c’era in questi casi. Il riscontro per i finanzieri è stata semplice anche perché la vendita di questi farmaci nelle due farmacia era sproporzionato rispetto alle esigenze specifiche degli ammalati delle due città.

A dare man forte alla propaganda dei due personal trainer erano i social network, dove i farmaci illegali venivano spacciati per prodotti “miracolosi”, in grado di garantire una forma fisica perfetta, pur con qualche piccola “scorciatoia”. Ma questi farmaci avevano la necessità di una continua somministrazione, pena il decadimento del fisico, e quindi anche durante i periodo di lockdown, con le palestre chiuse, le consegne avvenivano direttamente presso il domicilio degli utilizzatori. Oltre ai due allenatori sono finiti nei guai altre quattro persone, tra le quali i titolari di palestre che ora sono indagati. A conclusione delle indagini, i quattro componenti dell’organizzazione sono stati denunciati per “ricettazione”, ”produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope”, “esercizio abusivo della professione” e “utilizzo e somministrazione di farmaci che alterano le prestazioni agonistiche degli atleti”, gravi reati per i quali rischiano condanne fino a 10 anni di reclusione.

Ieri i due sangiorgesi, su disposizione del Gip del Tribunale di Nocera Inferiore sono stati arrestati e messi ai domiciliari dai militari della compagnia della guardia di finanza di Scafati, retta dal capitano Raffaele Pezone, nell’ambito dell’indagine diretta dal pm Viviana Vessa della procura nocerina. Le indagini dei finanzieri erano state avviate dopo un primo sequestra d’iniziativa effettuato ad ottobre dello scorso anno, a Castel San Giorgio, nel corso di un normale controllo su strada. Già in quell’occasione, considerata l’entità dei farmaci illegali rinvenuti (oltre 30.000 tra ormoni, steroidi e anabolizzanti, per un valore di oltre 250.000 euro, anche in confezioni con etichette palesemente false), i Baschi Verdi della compagnia di Scafati avevano ipotizzato che i responsabili fossero coinvolti, in un più ampio giro di affari illeciti. Da qui erano poi scattate intercettazioni telefoniche e telematiche che hanno consentito ai finanzieri di ricostruire il traffico di dopanti. Per uno degli indagati, percettore del reddito di cittadinanza, e stata disposta anche la revoca del sussidio ed
avviate le procedure di blocco e di restituzione delle somme già percepite all’Ente erogante.

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