Per ora siamo Pfizer dipendenti
Allo studio dell’Ema l’autorizzazione di altri quattro vaccini, uno dei quali, il tedesco Curevac potrebbe contare sulle prime dosi da inoculare in Italia a giugno. Altri tre vaccini anti Covid sono al vaglio dell’agenzia europea del farmaco.
IL CUREVAC
Dei quattro vaccini anti-Covid sotto esame dell’Ema quello più vicino al traguardo sembra “Curevac, anche se – ha detto Marco Cavaleri, capo della strategia vaccinale dell’Ema – in effetti è un po’ prematuro definire esattamente il calendario, ma se i risultati degli studi clinici vengono raccolti rapidamente, potremmo essere piuttosto veloci”. La previsione è che l’ok arrivi a fine mese.
IL NOVAX
Per quanto riguarda Novavax, “come accennato anche in un recente comunicato stampa dell’azienda, discuteremo su cosa si possa fare in termini di produzione del vaccino” e il tema “verrà ridiscusso intorno a luglio per vedere esattamente entro che lasso di tempo sarà possibile approvarlo”, ha aggiunto Cavaleri.
LO SPUTNIK
“In merito a Sputnik – ha precisato Cavalieri – le ispezioni sono state condotte o sono in corso mentre parliamo e stiamo anche raccogliendo ulteriori informazioni che stanno colmando tutte le lacune del dossier, quindi dovremmo essere in grado nelle prossime settimane di definire meglio il calendario per un’eventuale approvazione” del vaccino russo. “Stiamo ancora dormendo, se avessimo milioni di dosi di Sputnik le daremmo a tutti i comparti economici e entro l’estate avremmo completato l’immunizzazione generale”. Ha commentato il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in visita oggi all’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. “La Campania chiede: muovetevi, per Pfizer e Moderna ci hanno messo una settimana, per altri vaccini, per ragioni che riguardano valutazioni politiche, continuate a dormire” rimarca il governatore campano. “Oggi – spiega ancora De Luca – abbiamo il turismo italiano verso San Marino per vaccinarsi con Sputnik, Emirati Arabi ecc. mentre l’Italia dorme. Dobbiamo aspettare le diecimila, ventimila dosi, un calvario che non finisce più”.
IL SINOVAC
“Per Sinovac – ha concluso Cavaleri riferendosi al vaccino sviluppato in Cina – abbiamo appena iniziato il processo di revisione, quindi in questo momento siamo nel bel mezzo della definizione degli elementi chiave” del processo di verifica dell’efficacia e della sicurezza delle dosi”. Va detto che sul Sinovac ci sono dubbi sull’efficacia, secondo alcuni studi ridotti al 51%.
PER ORA ITALIA E EUROPA DIPENDENTI DALLA PFIZER
A un mese e mezzo dalla fine del semestre devono essere ancora consegnate circa 50 milioni di dosi, quasi due terzi di quelle previste dal piano vaccinale, in una campagna vaccinale che sta diventando sempre piu’ ‘Pfizer-dipendente’: lo rileva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, nell’ambito del monitoraggio settimanale della Fondazione. “Al di la’ di ritardi e irregolarita’ delle consegne di AstraZeneca – osserva – finora Johnson & Johnson ha consegnato solo ‘briciole’ e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell’Ema. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia e’ sempre piu’ Pfizer-dipendente”. Cartabellotta osserva poi che a fronte della alte percentuali di over 60 non ancora coperte dalla prima dose del vaccino, “da un lato si offre alle Regioni di aprire sino ai 40 anni per non rallentare le somministrazioni, dall’altro non si rendono noti i numeri di mancate adesioni e rifiuti selettivi di AstraZeneca, che hanno ‘costretto’ ad estendere l’intervallo della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna sino a 42 giorni con il solo obiettivo di supplire alla carenza di dosi di vaccini a mRNA”.