Indagini aperte diversi punti ancora da chiarire
Un agguato dai molti lati scuri, a partire dal motivo in base al quale il probabile bersaglio dell’attentato assieme al fratello e a una terza persona si trovassero ieri pomeriggio da Poggiomarino a San Marzano Sul Sarno. I carabinieri e la polizia indagano su quello che è un tentato omicidio avvolto nella nebbia.
I PROTAGONISTI
Su un’auto, una Ford Puma (vettura poco comune) presa a noleggio breve, martedì pomeriggio viaggiano tre persone. Alla guida c’era un volto noto alle cronache giudiziarie, Carmine Amoruso, 38 anni di Poggiomarino, collaboratore di giustizia. Un personaggio conosciuto per diversi reati e ritenuto vicino al clan Giugliano che già nel luglio del 2009 subì un attentato o meglio sarebbe stato il destinatario di un agguato per punirlo del pestaggio del figlio di un boss. Ma ad essere freddato, quel 9 luglio, fu un innocente, Nicola Nappo di 23 anni, scambiato per Amoruso, al quale assomigliava. Amoruso aveva fatto la scelta di collaborare con la giustizia ed era rientrato in un programma di protezione, non si sa se al momento fosse concluso.
Nella vettura ieri pomeriggio assieme ad Amoruso c’erano anche il fratello e un’altra persona, sempre della stessa fascia d’età e di Poggiomarino, anche loro conosciuti alle forze dell’ordine. I tre stavano andando a San Marzano sul Sarno non si sa per quale motivo.
LA RICOSTRUZIONE
La Ford Puma con le tre perse a bordo si trova nei pressi del cimitero di San Marzano in via Ugo Foscolo, nella periferia del comune, con poche abitazioni nei dintorni e numerosi campi coltivati, distante diversi chilometri da Poggiomarino. Ad un certo punto, non si è appurato ancora come, una decina di colpi di pistola raggiungono la Ford Puma, senza che nessuno, almeno dalle prime dichiarazioni, si sia accorto di nulla. Un proiettile colpisce al braccio il conducente. Almeno cinque colpi raggiungono il cofano motore e il parabrezza della Puma, uno di questi penetrato proprio all’altezza del conducente. Dell’attentatore o degli attentatori, al momento, non si sa nulla.
LA CORSA IN OSPEDALE
La vettura colpita in più parti corre verso Sarno, probabilmente per raggiungere l’ospedale. In via Papa Giovanni XXIII, a un chilometro dal confine con San Valentino Torio, la Puma si ferma, forse a causa di un guasto causato dai proiettili esplosi contro poco prima. I tre scendono e fermano un Fiat Doblò che stava transitando per l’importante e trafficata arteria che collega Sarno all’ex Statale 18. Il malcapitato conducente del furgoncino di un’azienda di logistica di proprietà della famiglia della sindaca di San Marzano Sul Sarno, Carmela Zuottolo, è stato fatto scendere e pestato per prendere il Doblò. In questo modo, Carmine Amoruso è arrivato in ospedale dove è ricoverato per l’estrazione di un proiettile da un braccio.
LE INDAGINI
Al momento si indaga per comprendere in che modo sia stato condotto l’attentato, a partire dal motivo per il quale i tre fossero sulla Puma a San Marzano. Sono caduti in una trappola? Qualcuno li ha seguiti e ha approfittato della zona propizia per scaricare i colpi di pistola contro la vettura? Oppure sono questa volta loro le vittime sbagliate? Sulla fatto indagano i carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore e la Squadra mobile. I militari del tenente colonnello Rosario Di Gangi hanno ascoltato diverse persone e hanno effettuato sopralluoghi dal primo momento. In campo anche la Dda di Salerno che coordina le attività investigative.
Raimondo Aufiero