AstraZeneca per gli over 60 in Italia, ma per l’Ema nessuna restrizione, ecco perché

Ministro Speranza: «Priorità ad anziani, il piano non cambia»

L’istituto superiore di sanità italiano raccomanda l’uso del vaccino AstraZeneca solo a chi ha più di 60 anni e a chi ha fatto la prima dose. L’Ema, l’Ente regolatore per i medicinali in Europa, riconosce che i casi di trombosi in chi ha ricevuto il vaccino di Oxford sono «effetti indesiderati molto rari». L’Ema non ha ritenuto di sconsigliare le somministrazioni per genere o fasce d’età, demandando la decisione ai singoli Stati, in base alle loro esigenze, una decisione criticatissima in tutta Europa. Subito dopo l’Ema, si sono riuniti in una videoconferenza straordinaria i ministri della Salute dei 27, che però non sono riusciti ad adottare una linea comune.

L’Ue resta così spaccata tra quanti hanno già imposto restrizioni (come i Paesi scandinavi, la Germania, la Francia e l’Olanda, cui si è aggiunto anche il Belgio) e quanti invece non intendono farlo. Oggi Speranza annuncia una circolare chiarificatrice sulle nuove direttive per AstraZeneca durante la videoconferenza Governo-Enti locali. Il provvedimento «conterrà una raccomandazione di somministrare AstraZeneca sopra i 60 anni, in linea con quanto deciso da altri paesi Ue», ha specificato Speranza. «I benefici superano di gran lunga i rischi», aveva ripetuto a più riprese nel pomeriggio la direttrice dell’Ema Emer Cooke, parlando di eventi davvero straordinari, con un’incidenza molto bassa, e lanciando un appello agli europei a vaccinarsi con tutti gli immunizzanti disponibili. La presidente del Prac, la commissione per la valutazione del rischio dell’Agenzia europea, Sabine Straus, aveva tuttavia ammesso che i casi analizzati hanno fatto rilevare un forte legame tra il vaccino di AstraZeneca e gli eventi collaterali molto rari, e per questo motivo è stata stabilita una probabile causalità. La decisione dell’Ema ha analizzato 62 casi di trombosi cerebrale e 24 dell’addome riportati nel database sulla sicurezza dei farmaci dell’Ue alla data del 22 marzo, 18 dei quali fatali. Una spiegazione plausibile delle cause scatenanti non è stata individuata, ma tra le ipotesi c’è una risposta immunitaria al vaccino che porta a una condizione simile a quella osservata a volte nei pazienti trattati con eparina, definita trombocitopenia indotta dall’eparina. L’Ema imporrà all’azienda anglo svedese nuovi studi per approfondire gli effetti di rischio del suo vaccino sulla coagulazione.

Intanto, Germania, Spagna e Belgio hanno deciso l’uso sopra i 60 anni, la Francia sopra i 55. In gran Bretagna la Mhra, l’autorità britannica del farmaco, ha raccomandato di offrire un vaccino diverso alle persone con meno di 30 anni. Le trombosi rare rilevate su alcune decine di pazienti sottoposti al vaccino anti Covid di AstraZeneca sono un effetto collaterale potenziale sospetto del siero su un numero estremamente limitato di casi, ha ammesso June Raine, dell’ente regolatore del Regno Unito. Esiste la forte possibilità di un qualche legame, anche se occorre ulteriore lavoro per provare oltre ogni dubbio un rapporto causale. Intanto nel Regno Unito sono saliti a 76 i casi di trombosi rare e a 19 i morti fra le circa 20 milioni di persone che hanno utilizzato finora il vaccino.

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