Catanese e calabresi si mossero per recuperarli
Il container scaricato al porto di Salerno a febbraio 2023 non era destinato allo scalo di via Ligea, ma a quello di Catania e l’organizzazione di narcotrafficanti catanese subito si organizzò per recuperare la cocaina, ma trovò i finanzieri.
L’OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI CATANIA
I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Salerno erano arrivati prima e avevano individuato i 60 chili di cocaina. E non solo avevano sequestrato il carico, ma avevano fermato i due incaricati di recuperare lo stupefacente. Un’operazione, una delle tante, andate a buon fine per i finanzieri del colonnello Claudio Molinari e ieri è stata scoperta l’organizzazione catanese che aveva gestito il traffico di cocaina dal Sudamerica.
La Dda di Catania e i finanzieri del Nucleo Pef etneo con i colleghi dei baschi verdi di Catania, hanno eseguito sei misure cautelari per un gruppo di catanesi che si occupava di un vasto giro di narcotraffico tra Sicilia e paesi sudamericani. Sequestrati preventivamente denaro e beni agli indagati per circa 7,7 milioni di euro.
GLI ADDENTELLATI CON IL CLAN CALABRESI E SICILIANI
Il nucleo operativo antidroga del Gico di Catania, grazie anche alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, già esponenti di spicco dei clan degli “Strano” di Monte Po (quartiere di Catania) e dei catenesi “Cappello” , hanno scoperto l’ingente traffico di stupefacenti. Uno appartenente all’organizzazione scoperta ieri aveva rapporti con gli esponenti del clan “Pillera-Puntina” che in cambio del 30-40 % della cocaina che arrivava avrebbero favorito l’ingresso della droga.
Tra le figure di spicco state il 59enne Angelo Sanfilippo (già condannato nel 2010 per narcotraffico) e uno dei tre figli, il 35enne Melino, entrambi operanti in qualità di dipendenti della società Società Europea Servizi Terminalistici srl che opera nel porto di Catania. Dalle indagini sarebbe emerso che Angelo Sanfilippo avrebbe avuto rapporti con il 45enne Angelo Di Mauro detto “Veleno” (già condannato per associazione mafiosa) considerato legato al clan Pillera-Puntina
IL CONTAINER SCARICATO A SALERNO
Tra le importazioni finite al centro dell’inchiesta ci sono i 60 chili di cocaina, sequestrati il 7 febbraio 2023 dai finanzieri nel Nucleo Pef di Salerno all’interno del porto di Salerno. I finanzieri salernitani, con una serie di controlli, individuarono un container contenente frutta esotica proveniente dal Sud America.
In questa occasione, oltre ad Angelo Sanfilippo sarebbero stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico 39enne “Salvuccio”, al secolo Salvatore Fichera, anche lui catanese, a cui sarebbe stata destinata la partita di droga erroneamente finita a Salerno. Sanfilippo padre e Salvuccio, anche grazie a Melino Sanfilippo e al 58enne Giuseppe Curciarello di Siderno, in provincia di Reggio Calabria, si erano attivati per recuperare il carico trasportato dal cargo “Victoria L” e portato a terra erroneamente a Salerno.
I FINANZIERI SALERNITANI APPOSTATI
I finanzieri salernitani scoprirono il carico e si appostarono nell’attesa che qualcuno venisse a recuperare la cocaina nascosta nel vano motore di un container refrigerato. Appena due uomini, un incensurato della zona di Pollena Trocchia nel Napoletano e un altro napoletano indagato per reati specifici, furono visti armeggiare vicino al contenitore ed estrarre i 60 panetti dal peso di un chilo ciascuno scattò il fermo.
