Al centro del procedimento un documento dell’Asl modificato. Entro fine mese la struttura potrà presentare documenti giustificativi
Decreto ingiuntivo all’Asl per oltre tre milioni di euro, ma il centro di riabilitazione avrebbe allegato fatture riferite a prestazioni accompagnate da attestatati di congruità difformi da quelli generati dal sistema informatico dell’Asl.
In pratica, il centro avrebbe inserito o integrato gli attestati con maggiori prestazioni rispetto a quelle autorizzate negli attestati originali al probabile scopo di trarre in inganno il Giudice del decreto ingiuntivo. Per l’azienda sanitaria sarebbe stato un «tentativo di indebito arricchimento in danno della Asl». A questo punto, l’Asl Salerno ha avviato il procedimento di richiesta di sospensione o revoca dell’accreditamento, con il centro di riabilitazione operante in provincia di Salerno.
L’Ente convenzionato potrà presentare proprie osservazioni o controdeduzioni entro dieci giorni dalla comunicazione del presente avvio del procedimento e vedrà il procedimento definito entro 30 giorni dall’avvenuta comunicazione della determina.
IL PROVVEDIMENTO
Pubblicato sul sito dell’Asl l’avvio del procedimento di sospensione o revoca proposta alla Regione Campania che è l’unica a poter decidere. Qualora fosse adottato, si tratterebbe di un provvedimento, specie nel caso di revoca, molto duro. L’Asl parla della venuta a mancare del «rapporto fiduciario che connota la natura concessoria dell’istituto dell’accreditamento un eventuale provvedimento legato ad un decreto ingiuntivo proposto quest’anno dal centro di riabilitazione».
LE IPOTESI
L’Ente privato accreditato con ricorso per decreto ingiuntivo aveva richiesto al Tribunale di Salerno di voler ingiungere all’Asl Salerno il pagamento dell’importo di 3.174.288,80 euro oltre interessi per prestazioni di riabilitazione non remunerate e riferite agli anni 2022 e 2023. Il Tribunale di Salerno in forza della documentazione prodotta dal Centro privato, ha omesso il Decreto Ingiuntivo a gennaio scorso per pari ingente importo.
L’ufficio Affari Legali e Contenzioso dell’Azienda sanitaria per opporsi al decreto ingiuntivo ha richiesto a tutte le articolazioni aziendali interessate una preventiva istruttoria circa la validità e congruenza delle somme richieste, procedendo ad accedere tempestivamente agli atti del procedimento giudiziario per estrarre copia della documentazione depositata dalla struttura riabilitativa privata a sostegno della richiesta del decreto ingiuntivo.
LE VERIFICHE
A seguito di approfondimenti e verifiche sulle fatture oggetto del decreto ingiuntivo, sono emerse delle palesi incongruenze nei documenti contabili depositati in Tribunale per la richiesta del decreto ingiuntivo. «In particolare, a titolo esemplificativo e non esaustivo, le fatture poste a base del decreto ingiuntivo e precisamente… tutte riferite a prestazioni di riabilitazione… sono accompagnate da Attestatati di Congruità difformi da quelli generati dal sistema informatico Aziendale “GAUSS”, ed autorizzati dalla U.O.C. Assistenza Accreditata».
Nella determina dell’Asl si legge: «Nello specifico la difformità consiste nell’aver inserito e/o integrato i predetti attestati con maggiori prestazioni riconoscibili rispetto a quelle autorizzate negli attestati originali al probabile scopo di trarre in inganno il Giudice del procedimento monitorio al fine di ottenere il rilascio del Decreto Ingiuntivo…. Tale difformità veniva riscontrata anche relativamente alle fatture… non oggetto del decreto ingiuntivo».
