1° Parte – Tra i 16 che hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini anche il sindaco De Prisco e l’assessore Sessa. Tutti gli articoli precedenti
Chiuse le indagini del pm Elena Guarino della Dda di Salerno e dei carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore, al comando del tenente colonnello Gianfranco Albanese, sul rapporto tra Comune di Pagani, funzionari e amministratori, imprenditori e faccendieri legati al clan Fezza De Vivo: 16 gli indagati.
- Sindaco Raffaele Maria De Prisco
- Assessore Pietro Sessa
Personaggio centrale, un altro amministratore ma di due sindaci precedenti, Alfonso Marrazzo, che, lasciato palazzo San Carlo ha focalizzato la sua attenzione sulla cooperativa sociale Pedema, ottenendo appalti direttamente o per sue consociate.
Ex assessore e imprenditore Alfonso Marrazzo
GLI INDAGATI
La Dda di Salerno ha inviato un avviso di conclusione delle indagini sono cinque indagati riconducibili alla cooperativa Pedema: il 52enne ex assessore comunale e imprenditore Alfonso Marrazzo di Pagani; il 49enne Claudio De Cola di Angri amministratore della coop e il 44enne Vincenzo Tramontano, consigliere di amministrazione della cooperativa, il 47enne dipendente Pietro Buonocore di Pagani (anche amministratore della cooperativa Pegaso), il 47enne paganese Carmine De Riso addetto alla sanificazione.
Notificato analogo provvedimento per due amministratori pubblici e quattro dipendenti o ex dipendenti comunali o di aziende collegate all’Ente: il 51enne sindaco del Comune di Pagani Raffaele Maria De Prisco, il 43enne assessore Pietro Sessa con deleghe al Commercio, il 61enne Aniello Giordani di Pagani (già direttore generale delle aziende speciali comunale Aspa e poi Sam) il responsabile del Settore Avvocatura del Comune il 69enne Giuseppe Serritiello, il 64enne Tommaso Sorrentino di Pagani (funzionario dell’Ente in servizio presso gli uffici dei Servizi Cimiteriali) e il 70enne Bonaventura Tramontano, sempre della città di Sant’Alfonso, ex ingegnere capo di Palazzo san Carlo e padre di Vincenzo).
L’avviso consegnato anche al paganese Giuseppe De Vivo del 1979 (partecipe del clan Fezza De Vivo), il 63enne Sabato Fontana di Boscoreale legale rappresentante della Effe Group e il 54enne Pierluigi Fontana della Geam consorziata Effe. Vicende a latere riguardano la riassunzione di dipendente di Marrazzo che vede la contestazione a il 33enne paganese Dario Ippolito del favoreggiamento per non aver detto agli inquirenti che lo interrogavano che era dovuto passare per l’ok di due esponenti del clan Fezza De Vivo.
Non connessa all’impianto principale è quella che riguarda il 60enne Matteo De Feo, detto Peppe, imprenditore di Pagani, finito sott’inchiesta per la costruzione della tomba di famiglia.
IL CONTESTO
Secondo la Dda di Salerno e le indagini dei carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore l’attuale sindaco (eletto nel 2020) avrebbe consentito e favorito «l’infiltrazione di appartenenti alla criminalità organizzata nel comune di Pagani reiteratamente esercitando pressioni e intervenendo al fine di determinare l’aggiudicazione in favore della Pedema».
Il primo cittadino paganese e altri otto indagati sarebbero stati «tutti a conoscenza del fatto che il Marrazzo operasse nell’interesse del clan camorristico Fezza De Vivo». L’ipotesi di accusa è di turbativa degli incanti «mediante collusioni e mezzi fraudolenti» per affidare, con delibera comunale del 24 aprile 2021, i servizi per lo spazzamento stradale nel comune di Pagani. Sono sott’inchiesta per agevolazione dell’attività del clan Fezza De Vivo solo Marrazzo, De Cola, il sindaco De Prisco, Bonaventura Tramontano, Giordano e Sorrentino.
LE INDAGINI
Le indagini riguardano dall’appalto per la sanificazione durante il periodo Covid, la pulizia delle strade, i servizi cimiteriali che vede coinvolti a vario titolo i 16 indagati e non sono tutti per le stesse vicende finite sotto la lente d’ingrandimento della Dda di Salerno.
Sono sott’inchiesta per agevolazione dell’attività del clan Fezza De Vivo solo Marrazzo, De Cola, il sindaco De Prisco, Bonaventura Tramontano, Giordano e Sorrentino.
LA PRIMA PARTE DELL’INDAGINE E LE MISURE CAUTELARTI
Per questa inchiesta, lo scorso novembre erano finiti in carcere Marrazzo, De Cola e Bonaventura Tramontano e ai domiciliari Buonocore, Giordano, Serritiello, De Feo e Ippolito.
I 16 indagati avranno 20 giorni per produrre documenti o altre prove o per essere interrogati prima che la Dda decida se chiedere o meno un rinvio a giudizio per tutti o alcuni degli indagati.
LA VICENDA RICOSTRUITA DA NOVEMBRE SCORSO
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