Processo sui rapporti politica coop, «Alle accuse contro Savastano non ci sono riscontri»

I difensori del consigliere regionale cercano di smontare il quadro accusatorio

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«Le accuse mosse a Giovanni Savastano sono prive di qualsiasi riscontro e nulla può ricondurre ad una sua colpevolezza in merito alle imputazioni di corruzione elettorale e di turbativa d’asta imputata».

Una difesa decisa a smontare il quadro accusatorio contro l’attuale consigliere regionale, illustrata dai due suoi avvocati Agostino De Caro e Giovanni Annunziata, nel processo sui rapporti tra cooperative sociali, comune e politica. Savastano è a processo insieme all’imprenditore Fiorenzo Zoccola, detto Vittorio, riferimento del sistema delle cooperative sociali che gestivano la manutenzione del verde pubblico per il Comune di Salerno.

PRIMA NEMMENO IL SALUTO, POI LA RIAPPACIFICAZIONE

Il primo punto affrontato dalla difesa è stata la mancanza di rapporti tra i due imputati dal 2004 fino all’estate del 2020, poco prima delle elezioni regionali. A far fare pace ai due non sarebbe stato l’interesse per gli appalti del Comune, ma l’appoggio deciso dal governatore Vincenzo De Luca nell’ormai famosa cena con le cooperative sociali.

Fu De Luca a chiedere a Zoccola di appoggiare è elettoralmente per il 70% Nino Savastano e il 30% Franco Picarone. Zoccola ha riferito che l’appoggio elettorale era stato deciso da De Luca e che indipendentemente se avesse fatto o meno pace con Savastano, lo avrebbe sostenuto alle elezioni regionali, per rispondere alla richiesta del Governatore.
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I VANTAGGI
Affidare alle cooperative il servizio manutenzione del verde pubblico era una direttiva stabilita politicamente, e rispondeva anche ad un vantaggio economico per il Comume. La responsabilità della delibera è stata assunta dal sindaco Vincenzo Napoli e l’assessore dell’epoca al ramo era Angelo Caramanno. La delibera fu assunta alla presenza della segretaria generale dell’Ente. Tutte persone che non sono state ascoltate durante le indagini, prima di arrestare Savastano. Tra l’altro nessuno può dire di un suo intervento a favore delle coop. Tutti questi sono stati gli altri punti dell’arringa.
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«L’EVENTUALE CORRUZIONE DI SAVASTANO: DEL TUTTO INUTILE»

Da sinistra Giovanni Savastano e Fiorenzo detto Vittorio Zoccola

L’avvocato De Caro ha sottolineato che se l’indirizzo di dare alle cooperative il servizio era politico e passava da De Luca al sindaco Napoli perché sarebbe stato necessario la corruzione di Savastano? Del resto, di affidamento in affidamento, di proroga in proroga, la manutenzione del verde pubblico alle cooperative andava avanti dal 2003, perché doveva essere coinvolto Savastano nell’ultima parte quando un suo intervento non era necessario? Per l’avvocato De Caro, Zoccola aveva rapporti diretti con la politica e l’ingegnere Luca Caselli, dirigente comunale del settore interessato, e non necessitava quindi di averne con “Nino”: “Vittorio” parlava dei problemi delle coop direttamente con De Luca e con Felice Marotta, il super esperto dell’amministrazione comunale, e non era necessario alcun intervento né vi è prova di un interessamento dell’allora assessore ai servizi sociali.

Lo stesso Comune inviò il bando della nuova assegnazione alla Procura, ovviamente essendo sicuro che tutto fosse in regola. Il professore De Caro ha chiesto l’assoluzione per il suo assistito perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto.

L’ALTRA DIFESA
L’avvocato Annunziata ha iniziato ieri la sua arringa (proseguirà nella prossima udienza del 5 maggio) evidenziando che dal dibattimento non è emerso alcun intervento del suo assistito nella predisposizione e nel sostegno della delibera di affidamento del servizio di manutenzione del verde pubblico.

Da un lato il Comune aveva la necessità e l’urgenza di assicurare il servizio e il vantaggio economico che a renderlo fossero le coop che gli costavano la metà, dall’altro l’attività di Zoccola non avrebbe comportato alcuna azione illegale.

Anche Annunziata ha sottolineato i rapporti leciti diretti di “Vittorio” con De Luca, il sindaco Napoli, il super manager Marotta e il consigliere regionale Franco Picarone: «Perché – si è chiesto il legale – erano necessari rapporti privilegiati con Savastano? Lo stesso imprenditore aveva come referente diretto l’ingegnere Luca Caselli il quale non aveva alcun rapporto con Savastano». Savastano, ha aggiunto l’avvocato Annunziata, non era assolutamente interessato a quanto gli riferiva zoccola negli incontri davanti al Comune e la prova è che non si è mai interessato delle delibere che riguardavano le coop.
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L’INTERCETTAZIONE

Il tribunale non ha ammesso le intercettazioni realizzate su incarico della procura ai vari indagati dell’inchiesta coop e politica a Salerno, ma entrambi i difensori di Savastano hanno sottolineato con forza che seppur fossero entrate nel dibattimento non c’erano i riscontri a quanto detto, quindi la richiesta di assoluzione sarebbe arrivata lo stesso.

Annunziata ha poi sottolineato che la misura cautelare nei confronti di Zoccola e Savastano ha interrotto di fatto le indagini che avrebbero potuto evitare l’arresto dei due imputati, né sono stati eseguite tutte le attività di riscontro in periodo successivo. Al termine delle requisitorie è prevedibile una replica dei pubblici ministeri a sostegno del loro impianto accusatorio.

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