Due strade per decine di milioni di euro e un sottopasso al centro di questa nuova tranche investigativa che conta altri cinque indagati: Un delle opere vede indagato l’esponente regionale
Le perquisizioni di ieri mattina eseguite dalla guardia di finanza alla Provincia di Salerno, in Regione e a casa dei sei indagati hanno riguardato Andrea Campanile (uomo di fiducia del presidente della Provincia e Sindaco Franco Alfieri), il dirigente della Provincia di Salerno Angelo Michele Lizio, il legale rappresentante della Cogea Michele Aulisio, il consigliere regionale Luca Cascone (presidente della commissione lavori pubblici e trasporti), il funzionario comunale di Capaccio-Paestum Giovanni Vito Bello e l’ingegnere Francesca Turi dello stesso Comune, tutti indagati per turbativa della libertà degli incanti (a tutti esclusa la Turi l’indagine riguarda anche la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente).
Al centro dell’inchiesta ci sono tre opere pubbliche: la Fondovalle Calore, l’Aversana e il cosiddetto Sottopasso. Ad indagare la procura di Salerno e il Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di Finanza.
LA FONDOVALLE CALORE
Il progetto è stato elaborato per collegare le aree più interne e depresse del Cilento con Capaccio, Agropoli e altri comuni più importanti della parte costiera attraverso la realizzazione di una superstrada che dovrebbe attraversare il Parco Nazionale. Una strada che consenta anche il collegamento tra la parte interna della Valle del Sele con altri punti cruciali della viabilità nella zona sud della provincia di Salerno.
A volere l’opera un accordo tra la Provincia di Salerno quale Ente attuatore, Regione Campania e Acamir (Agenzia campana mobilità, infrastrutture e reti), che è stata l’appaltante. Ben 42 milioni di euro la spesa prevista per un’opera che non è mai stata completata. Nell’ottobre del 2022 è stato ultimato il primo lotto, a gennaio dello scorso anno è stato pubblicato il bando di gara del 2° lotto.
Dal sito Acamir il 27 dicembre 2022 è stato pubblicato il bando relativo alla “Procedura aperta, sopra soglia comunitaria, per l’affidamento congiunto, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori per il completamento della Fondovalle Calore”. La base di gara è pari a 32 milioni di euro, aggiudicata l’11 aprile da un raggruppamento temporaneo di imprese. Il contratto, però, prevedeva il subappalto e così fu fatto ad un’azienda, la Cogea, considerata dagli inquirenti vicina a Franco Alfieri.
L’AVERSANA
Un’opera importante che collega Salerno con Eboli e l’area nord del Cilento, attraverso la realizzazione di strade extraurbane secondarie, anche per il raggiungimento diretto dell’aeroporto Salerno — Costa d’Amalfi. I lavori, suddivisi in tre lotti, iniziati nel 2006 vedevano la Provincia di Salerno quale committente, con una spesa di poco più di 19 milioni di euro. Un’opera alla quale Alfieri era interessato e secondo gli inquirenti si sarebbe adoperato per pilotare l’iter amministrativo.
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Ad occuparsi del progetto sarebbero intervenuti, oltre ad Alfieri, il suo 27enne collaboratore Andrea Campanile, il 67enne ingegnere della Provincia Angelo Michele Lizio, il 50enne consigliere regionale Luca Cascone (nella foto) e il 64enne Giovanni Vito Bello (Responsabile dei Lavori Pubblici del Comune di Capaccio-Paestum). Solo Lizio sembrerebbe aver avuto titolo ad occuparsi dell’opera.
IL “SOTTOPASSO”
Per realizzare questa opera, vincitrice dell’appalto fu la Co.Ge.A. con sede a Ogliastro Cilento di cui è rappresentante legale il 52enne Nicola Aulisio nativo di Cicerale. Per dichiarazioni di Aulisio la sua azienda, aggiudicatrice dei lavori di ammodernamento della pubblica illuminazione di via Magna Grecia a Capaccio, aveva avuto rapporti con Dervit Spa (ditta finita al centro della prima tranche d’inchiesta che ha portato in carcere Alfieri).
Di questo appalto era Rup Giovanni Vito Bello (anch’egli considerato vicino ad Alfieri). Il costo dei lavori era di 6,5 milioni di euro. Il Rup della gara sarebbe stata la 39enne ingegnere Federica Turi, responsabile della manutenzione del Comune di Capaccio-Paestum. La Turi si sarebbe comportata in maniera autoritaria, probabilmente forte del rapporto con Franco Alfieri(nella foto), gestendo il settore dei lavori fino a parlare direttamente con le imprese e imponendo i ribassi per aggiudicarsi gli appalti. L’interesse per aggiudica della gara del Sottopasso sarebbe stato dalla Turi, di Alfieri e di Campanile.