Il 41enne commerciante bersaglio degli spari in via Migliaro coinvolto nell’operazione antidroga di Caivano
Decapitato ieri il clan del Parco Verde di Caivano, 50 arresti, tanto che il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri ha affermato: «Cittadini, basta consenso alla camorra». Nella piazza di spaccio più grande d’Europa ormai liberata dalla malavita tanto da far dire agli investigatori «Non è più la piazza di spaccio più grande d’Europa». Ben 49 persone in carcere e un indagato ai domiciliari, individuate 25 piazze spaccio che per il clan Angelino-Gallo significavano 500mila euro al mese di guadagno nella vendita cocaina, eroina, fumo, crack, marijuana, un vero e proprio supermercato.
L’ARRESTO DI DE ROSA A PAGANI
In questa inchiesta finiscono anche due dell’Agro, il 41enne commerciante di auto Luigi De Rosa e indagato assieme al nocerino A.T. accusato di essere fornitore e corriere di una piazza di spaccio a Pagani, dopo che nel 2019 avrebbe acquistato 11mila euro di stupefacenti, secondo l’accusa, proprio a Caivano, contrattandolo con Massimo Gallo, dell’omonima famiglia gestore del traffico di droga nell’hinterland napoletano.
GLI SPARI A VIA MIGLIARO, TUTTI ANCORA DA CHIARIRE
Un’indagine della Dda napoletana e dei carabinieri di Castello di Cisterna che potrebbe far riflettere proprio sugli spari a colpi di kalashnikov di venerdì notte, una decina di proiettili contro casa di De Rosa in via Migliaro, che colpirono l’abitazione e due auto. Non che i due fatti siano collegati tra loro, al momento non risulta nulla che li leghi. Ma fa riflettere in quanto un episodio plateale, con un uomo che ha sparato dal ciglio della strada, via Migliaro, percorsa da molte auto e camion, sia di notte sia di giorno. Un episodio che sembra eccessivo rispetto ad una richiesta estorsiva, improbabile se legata ad un errore di persona e che ora apre a molteplici interpretazioni. L’arresto della Dda di Napoli potrebbe, quindi, essere utile per consentire ai carabinieri del Reparto di Nocera Inferiore, al comando del tenente colonnello Gianfranco Albanese, e alla procura nocerina di ricostruire con maggiori elementi l’attentato di via Migliaro, elementi che si riferiscono a due episodi diversi e con una differenza di tempo di 5 anni.