L’audizione dei procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, ascoltato dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Le altre indagini
Ci sono altre due inchieste sui rifiuti esportati verso la Bulgaria e il Portogallo, vicende che hanno dato origine al procedimento che al momento «non sono pendenti però davanti alla Procura di Salerno ma davanti alla Procura di Napoli».
Non ci sarebbe, quindi, solo l’attività investigativa seguito allo scandalo dell’esportazione dei 200 container pieni di immondizia verso la Tunisia e rientrati in Campania dopo una polemica internazionale, ma anche altre indagini. Importante audizione del procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli, davanti alla commissione parlamentare di indagine sul ciclo dei rifiuti anche se gran parte è stata secretata per la delicatezza delle comunicazioni effettuati ai parlamentari commissari.
I TRAFFICI ILLECITI
Il magistrato ha sottolineato, in verità, per l’ennesima volta, che «il porto di Salerno è un luogo particolarmente caratterizzato per la sua utilizzazione per l’importazione e l’esportazione di merci illecite incluse tra questi evidentemente i rifiuti».
OPERATIVITÀ SOVRADIMENSIONATA E L’ASSENZA DELLO SCANNER
Il magistrato ha evidenziato che lo scalo salernitano è caratterizzato da una particolare operatività probabilmente «anche sovradimensionata rispetto a quelle che sono le sue possibilità logistiche e caratterizzato dalla assenza di attrezzature di controllo dei container che si muovono in uscita ed in entrata in più occasioni».
Si tratta del famoso scanner per la cui installazione sono stati scritti decine di articoli e della cui assenza i criminali del Salernitano si vantavano con i narcos colombiani, come emerso in un’intercettazione ambientale. Lo Scanner 3d di ultima generazione è stato acquistato da tempo e mai montato, finendo anche tra le cose urgenti da fare segnalate durante l’inaugurazione dell’anno giudiziaria.
«Ho segnalato queste carenze evidenziato la necessità dell’installazione di uno scanner di ultima generazione – ricorda Borrelli -. Mi hanno detto dall’Agenzia delle Dogane, per la verità da tempo, che è in corso di installazione di questo scanner. Auspichiamo di vederlo installato entro il 2024. È evidente che l’assenza di un macchinario capace di verificare cosa ci sia all’interno dei container rende sostanzialmente la scoperta delle merci illecite in transito attraverso il porto assolutamente casuale, dovuto spesso o alla fortuna o alla segnalazioni che provengono da organi di polizia».
I RIFIUTI DIRETTI IN TUNISIA, RIENTRATI E POI INCENDIATI A PERSANO
Il procuratore richiama l’attenzione proprio sui rifiuti esportati in Tunisia dove la Procura di Salerno ha avuto la possibilità «di prendere cognizione unicamente nel momento in cui questi rifiuti furono scoperti in Tunisia e ne fu disposto sostanzialmente il rimpatrio a Salerno».
Poi la stoccata: «Vi sono altre situazioni che sono state anche in qualche modo oggetto di interesse della procura di Salerno che favoriscono la propensione del Porto a questo tipo di transiti derivanti da una diffusa serie di infedeltà da parte di quelli che sono gli organi o che dovrebbero essere proposti ai controlli. Nel 2020, la Procura di Salerno esegui una misura cautelare a carico di 50 tra spedizionieri e operatori dell’Agenzia delle Dogane per reati di corruzione e finalizzati alla mancata effettuazione di quelli che erano i controlli doverosi per legge».
Quanto poi riguarda il punto sulle indagini che riguardano l’incendio dei rifiuti stoccati a Persano, l’audizione è andata in modalità secretata.