Spari a Mariconda e Santa Margherita a Salerno, si costituisce commerciante

Sotto la spinta anche delle indagini di carabinieri

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Dopo una settimana dall’alba di sparatorie nella zona orientale si è presentato ieri ai carabinieri di Salerno il 30enne Vincenzo Gallo, incensurato, che era alla guida della Porche Macao che ha seminato paura il 24 agosto scorso. Accompagnato dal suo legale, il commerciante di auto, ha fatto ritrovare la pistola in una busta di cellophane in un tombino nei pressi dello svincolo Mariconda della Tangenziale di Salerno.

GLI SPARI A SANTA MARGHERITA E MERCATELLO
Intorno alle cinque del mattino di sabato 24 agosto scorso, Gallo avrebbe esploso nove proiettili di pistola di cui otto a segno contro l’abitazione in via Mauri angolo via La Marmora a Mariconda, colpendo una veranda. O subito prima o subito dopo sarebbe sarebbero stati esplosi uno due colpi di pistola a viale Kennedy in direzione di piazza San Martino nel rione di Santa Margherita.

Il trentenne si è presentato ieri ai carabinieri della compagnia di Salerno con il suo avvocato, Pierluigi Spadafora, ammettendo di aver esploso i colpi di pistola e non fornendo ulteriori particolari né sui motivi del litigio né su altre persone presenti alla lite o in auto con lui. Un racconto che sembra voler avvalorare l’idea di chi ha commesso una “sciocchezza” (calibro nove) dopo una lite in zona parco Arbostella, distante pochi metri da Mariconda e luogo della prima sparatoria.

Al di là di questo, l’indagato non è andato, rispetto anche alla prima ipotesi investigativa che puntava i fari su un litigio tra due donne straniere avvenuto a via Ligea e sul quale pure c’era stato un intervento delle forze dell’ordine. Nella versione fornita dal commerciante, quindi, il tutto si sarebbe risolto nella zona tra Parco Arbostella, Mariconda e Santa Margherita.
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IL RITROVAMENTO DELLA PISTOLA
Il trentenne ha fatto ritrovare la pistola calibro 9 corto con un caricatore privo di proiettili che sarebbe stato utilizzato proprio per gli spari della notte di sabato scorso. La pistola semiautomatica era in una busta di cellophane calata in un tombino nei pressi del sottopassaggio della tangenziale, allo svincolo Salerno Mariconda: il ritrovamento ha consentito la concessione degli arresti domiciliari a suo favore. I carabinieri hanno recuperato la pistola perfettamente funzionante, con matricola brasa e canna modificata proprio per ospitare i proiettili calibro 9.
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LE INDAGINI

I militari del maggiore Antonio Corvino proseguiranno le indagini per stabilire se la versione fornita dall’indagato corrisponde a verità, se siano coinvolte altre persone nella lite e in particolare negli spari (che sembrano opera di due pistole).

Gli investigatori coordinati dalla Procura di Salerno stanno ricostruendo l’intera vicenda, a partire dalla disponibilità di una o più armi, come al solito una pistola modificata di cui in tutta la provincia di Salerno c’è una grande disponibilità, per finire ai reali motivi della lite, i numero e l’identità dei partecipanti e il contesto nella quale è maturata.

È probabile che la pressione delle forze dell’ordine ed anche mediatica su quanto è accaduto sabato scorso abbiano indotto l’uomo a presentarsi ai carabinieri, che avevano già identificato l’auto utilizzata durante gli spari e anche i partecipanti.

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