Avrebbero favorito il clan Fontanella
I militari del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziati di delitto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, nei confronti del 26enne Bruno Fontanella e del 50enne Francesco Sorrentino di Sant’Antonio Abate per tentata estorsione aggravata dal metodo e dalla finalità mafiosa di aver agevolato il clan camorristico dei “Fontanella”, operante nel comune abatese ai confini con Angri e Scafati.
IL PIZZO
Il provvedimento scaturisce da attività d’indagine condotta dal Nucleo Investigativo di Torre Annunziata, in seguito alla denuncia sporta da un facoltoso imprenditore di Sant’Antonio Abate attivo del settore dei trasporti, che ha consentito di ipotizzare che al tentativo di estorsione avessero partecipato i due indagati, in concorso con Gioacchino Fontanella (57enne killer ed ex collaboratore di giustizia, padre di Bruno) e della 52enne guardia giurata scafatese Nicola Mendola, che avrebbe accompagnato Fontanella padre nelle richieste estorsive.
I due fermati avrebbero tentato di estorcere 250mila euro all’imprenditore abatese, presentandosi negli uffici dell’azienda con sede a Scafati, avvalendosi della capacità intimidatoria connessa alla loro diretta riconducibilità al clan Fontanella. Nelle prossime ore i due saranno interrogati dal Gip.
LE ESTORSIONI TRA SANT’ANTONIO ABATE, ANGRI E SCAFATI
Da tempo si registrerebbero diversi tentativi di estorsione tra i tre comuni, uno della provincia di Napoli e due di quella di Salerno, confinanti tra loro. Gioacchino Fontanella (cugino del boss Catello) avrebbe chiesto un milione di euro ad imprenditori abatesi per consentire loro di proseguire nella propria attività commerciale.
Una richiesta esorbitante, accompagnata da reiterate minacce. Decisive per le indagini sono state le denunce delle vittime, che hanno permesso di avviare subito le indagini e portare ai due arresti in meno di un mese dai fatti.
Quella più eclatante è proprio il tentativo che ha portato agli arresti Gioacchino Fontanella e Mendola e perpetrata i danni di Agostino Rispoli, tra l’altro consigliere comunale a Sant0Antonio Abate e suocero di Ilaria Abagnale, sindaco abatese. Al figlio della vittima sarebbe stato detto: «Per apparare questa questione ci vuole un milione di euro, già un paio di giorni fa tuo padre doveva essere ucciso, ma siamo riusciti ad apparare la questione». L’immediata denuncia ha portato ad una pronta reazione dello stato.