Pagani/Nocera, D’Auria Petrosino jr e Verziero: il Riesame respinge i ricorsi

Confermata l’ordinanza del Gip sulla custodia cautelare dei due paganesi, sorpresi a Nocera con armi e soldi

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Il tribunale di Nocera Inferiore ha considerato infondati i ricorsi presentati dai difensori di Michele D’Auria Petrosino Junior e Alfonso Verziero, contro l’arresto e la custodia cautelare in carcere seguito all’arresto di fine luglio per non aver rispettato l’alt dato alla loro vettura dei carabinieri e per possesso di armi clandestine.

Il tribunale del Riesame di Salerno ha respinto il ricorso del 18enne figlio di Rita Fezza e di Antonio Michele D’Auria Petrosino (nipote di Michele senior e del nonno Gioachino, detto “spara spara”) e del 27enne conducente dell’auto, entrambi di Pagani, ritenendo che il provvedimento del gip del tribunale di Nocera Inferiore fosse ben motivato.
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IL PERICOLOSO INSEGUIMENTO E IL RITROVAMENTO DI ARMI
Intorno alle ore 17 del 25 luglio scorso, una Captur con i vetri posteriori oscurati fu notata dai carabinieri del Reparto territoriale, al comando del capitano Giovanni Cappa, che gli hanno dato l’alt a piazza Santa Chiara, a confine tra Pagani e Nocera Inferiore. Ne nacque un pericoloso inseguimento per lo stretto e affollato corso Vittorio Emanuele a Nocera Inferiore, in pieno centro storico. Dalla vettura arrivata all’altezza di via Gramsci a Capocasale scese uno dei tre occupanti, mentre la vettura con alla guida Verziero e a fianco D’Auria proseguì la corsa, per poi essere fermata poco dopo dai carabinieri.

Verziero fu trovato con 3.430 euro mentre D’Auria Petrosino con 920 euro. Poco prima dalla vettura era stata fatta cadere una pistola “Bruni”, modello 84 calibro 9 Pack, priva di matricola e nei pressi c’era anche un caricatore con un solo proiettile all’interno. Il terzo indagato (attivamente ricercato), sceso all’altezza di Gramsci prese dalla cintola dei pantaloni una pistola Beretta, semiautomatica, modello 84 BB calibro 9, con matricola abrasa, completo di caricature con otto proiettili calibro 380 e l’ha mesi in un portafiori (anch’essa recuperata dai carabinieri).
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Per il Gip sussisteva il pericolo di recidiva ritenendo che quanto accaduto nel centro di Nocera non fosse occasionale, visto che i due indagati portavano con loro delle armi, muniti di proiettili. I due fermati sarebbero scappati non solo per disfarsi della pistola ma anche per consentire al terzo complice di guadagnare la fuga.
Al giudice di Nocera, i due indagati, alla presenza dei loro avvocati, Giuseppe Della Monica e Giovanni Pentangelo, si avvalsero della facoltà di non rispondere. Per la difesa degli indagati, le armi non sarebbero state in possesso degli arrestati e in più, contrariamente a quello che aveva sostenuto il Giudice delle indagini preliminari, l’accaduto sarebbe stato occasionale, sottolineando, inoltre l’incensuratezza dei due giovani paganesi.

Il tribunale del Riesame, però, ha ritenuto in piena valida la determinazione del Gip sia rispetto ai fatti sia a quelle delle esigenze cautelari. Per i due non resta che la via del ricorso per Cassazione.

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