Titoli falsi per l’assunzione come bidelli, nessun danno erariale

La decisione della Corte dei Conti di Milano per un collaboratore scolastico della provincia di Salerno indagato

Nessun danno erariale per il collaboratore scolastico salernitano finito prima nell’inchiesta sui diplomifici e poi sotto la scure della Corte dei Conti. L’uomo, M. S. dopo il patteggiamento nel corso del procedimento penale, era stato trascinato dal Ministero della Pubblica Istruzione dinanzi alla Corte dei Conti, chiedendo la restituzione degli stipendi percepiti illecitamente proprio per via del titolo falso.

Tuttavia un giovane avvocato di Siano l’ha spuntata sulla Corte dei Conti di Milano, ribaltando la tesi del pubblico ministero meneghino. I fatti riguardano lo scandalo dei diplomi falsi in provincia di Salerno.

LA TESI
L’avvocato Danilo Albano ha ottenuto una importante vittoria dinanzi alla Corte dei Conti di Milano, il primo caso in Italia, destinato a creare un precedente. Accolta la sua tesi secondo il quale non vi è danno erariale da parte del collaboratore scolastico che ha prestato servizio a seguito di un procedimento penale avente ad oggetto il possesso di titolo falso.

L’imputato M.S. si è costituito in giudizio ed eccepiva che l’amministrazione aveva disconosciuto di diritto e non di fatto il rapporto di lavoro e cosa evidenziata che lo stesso possedeva il requisito della professionalità, derivante dall’inserimento in graduatoria di un secondo diploma di ragioniere conseguito nel 89/90.

La Corte dei Conti sezione giurisdizionale di Milano si è espressa a favore dell’uomo residente in provincia di Salerno e che nell’anno scolastico 2018/2019 prestava servizio nella provincia di Bergamo con la mansione di collaboratore scolastico.

L’INDAGINE
La Procura della Repubblica di Vallo della Lucania a seguito di indagini aveva chiesto il rinvio a giudizio di centinaia di persone tra cui M. S. per i reati di falso e di truffa aggravata ai danni del Ministero dell’Istruzione. All’uomo veniva contestato il conseguimento di presunti diplomi falsi e/o illegittimi nell’anno 2012-2013, presso l’Istituto Passerelli di Santa Maria di Castellabate e che venivano dichiarati nelle domande per l’accesso alle graduatorie A.T.A.

Dopo aver patteggiato la pena, la Procura contabile Regionale della Corte dei Conti di Milano, paventava un danno erariale nei confronti della Pubblica Amministrazione e chiedeva al collaboratore scolastico la restituzione di tutte le retribuzioni corrisposte nell’anno 2018/2019 per circa 9 mila euro, perché lo stesso aveva dichiarato nell’avviso pubblico il titolo falso, scavalcando in graduatoria altri concorrenti.

L’avvocato Albano ha rappresentato alla Corte che il lavoratore aveva reso la prestazione lavorativa in assenza di contestazioni disciplinari e di conseguenza doveva essere retribuito ai sensi dell’art.36 della Costituzione. La tesi del difensore è stata accettata in toto, ribaltando una serie di pronunce sfavorevoli su tutto il territorio nazionale.

loading ads