Andato via il noto cardiochirurgo, all’ospedale di via San Leonardo c’è solo il ricordo di un reparto di eccellenza internazionale
C’era una volta la torre cardiologica del “Ruggi” di Salerno che era diventata un faro nella cardiologia e soprattutto nella cardio chirurgia, oggi gli interventi sono dimezzati e la situazione è solo un lontano ricordo dei fasti di un tempo.
L’azienda universitaria ospedaliera San Giovanni Di Dio e Ruggi D’Aragona o meglio tutto il sistema politico sanitario deluchiano che la governa militarmente paga lo scotto di aver costretto ad un luminare come Severino Iesu ad andare via e realizzare in un solo anno un centro d’eccellenza in Molise, realizzando 500 interventi, dimezzando la mortalità. A Salerno sono tornati i viaggi della speranza non solo verso il Nord, ma anche verso la struttura di Campobasso dove lavora buona parte del dream team un tempo a via San Leonardo.
A Salerno, invece, sono tempi difficili per la Torre dopo la sospensione per la morte di un paziente, in primis quello che da sempre era stato “l’avversario”, il competitor di Iesu, se così si po’ dire, Enrico Coscioni. Gli interventi chirurgici sono passati dai 16 a settimana ai 7-8. Al di là di ogni considerazione o commento, ma ci si rende conto che i medici non sono soldatini?
Specie se sono dei luminari? Che gli incarichi di un’elevatissima specializzazione non possono essere decisi per vicinanza politica o per simpatia? Il problema che nessuno chiede conto e supinamente si accetta un andazzo da anni.