Armi abbandonate a Nocera Inferiore, in carcere due giovani di Pagani

I due inseguiti dai carabinieri lungo corso Vittorio Emanuele a Nocera Inferiore. Uno dei fermati ha parenti “eccellenti”. Ricercato un terzo che era sulla vettura

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Non hanno rispettato l’alt a piazza Santa Chiara tra Nocera Inferiore e Pagani ed hanno iniziato a fuggire per lo stretto e affollato corso Vittorio Emanuele, ma i carabinieri li hanno inseguiti e fermati. Trovati soldi e due pistole, una lasciata a terra e un’altra in una fioriera.

Come riporta la Città di oggi in edicola, arrestati Alfonso Verziero, 27 anni di Pagani e il suo concittadino di 18 anni Michele D’Auria Petrosino jr. Interrogati ieri mattina alla presenza dei loro avvocati, Giuseppe Della Monica e Giovanni Pentangelo, i due indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il gip del tribunale di Nocera ne ha disposto la custodia cautelare in carcere.
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L’ALT, LA FUGA, L’INSEGUIMENTO E L’ARRESTO
Intorno alle 17 di giovedì, una Renault Captur con i vetri posteriori oscurati è stata notata dai carabinieri del Reparto territoriale, al comando del capitano Giovanni Cappa. I militari gli hanno dato l’alt a piazza Santa Chiara, a confine tra Pagani e Nocera Inferiore, ma la vettura non si è fermata. Da qui un pericoloso inseguimento per lo stretto e affollato corso Vittorio Emanuele a Nocera Inferiore, nel pieno centro storico. Dalla vettura arrivata all’altezza di via Gramsci a Capocasale è sceso uno dei tre occupanti, mentre la vettura con alla guida Verziero e a fianco D’Auria ha proseguito la corsa, per poi essere fermata poco dopo dai carabinieri.
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Verziero è stato trovato con 3.430 euro mentre D’Auria 920 euro. Poco prima dalla vettura era stata fatta cadere una pistola “Bruni”, modello 84 calibro 9 Pack, priva di matricola e nei pressi c’era anche un caricatore con un solo proiettile all’interno. Il terzo indagato, sceso all’altezza di Gramsci ha preso dalla cintola dei pantaloni una pistola Beretta, semiautomatica, modello 84 BB calibro 9, con matricola abrasa, completo di caricature con otto proiettili calibro 380 e l’ha messa in un portafiori (anch’essa recuperata dai carabinieri).
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POSSIBILITÀ DI REITERARE IL REATO: IN DUE RESTANO IN CARCERE
Per il Gip sussiste il pericolo di recidiva ritenendo che quanto accaduto nel centro di Nocera non fosse occasionale, visto che i due indagati portavano con loro delle armi, muniti di proiettili. I due fermati avrebbero sarebbero scappati non solo per disfarsi della pistola ma anche per consentire al terzo complice di guadagnare la fuga.

LE PARENTELE SCOMODE
Da settimane a Pagani si registrano violenze, anche armate, da parte di giovani, anche davanti a locali pubblici, ma un episodio come quello di giovedì pomeriggio suscita una notevole preoccupazione.
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E lo è anche per il nome di uno dei coinvolti, Michele D’Auria Petrosino jr. Il nonno, infatti, è Gioacchino “Spara Spara”, condannato per l’omicidio di Alfonso Quaranta e per il tentato assassinio di “pallino”, Nicola Fiore (del 5 febbraio 2004), e precedentemente per associazione per delinquere di stampo mafioso, con il clan De Vivo operante a Pagani negli anni Ottanta. Figli di Gioacchino sono il 44enne Antonio (un precedente per spaccio di stupefacenti, assolto in varie inchieste, tra le quali Criniera) e il 46enne Michele, condannato per estorsione, anche lui poi assolto in altri processi.
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Nonno e figli sono ora liberi. Michele D’Auria Petrosino jr è figlio di Antonio, ma anche della Rita Fezza (anche se i due sono separati), a sua volta figlia di Salvatore, esponente della Nuova Famiglia che si rifaceva al boss “Peppe Saccone” (Giuseppe Olivieri) e nipote di Tommaso, anche finito più volte nei guai giudiziari.

Attualmente Rita Fezza è la compagna di Andrea De Vivo (figlio di Aniello, detto “’o Rosso”, sempre legato alla Nuova Famiglia) recentemente condannato, in primo grado, per essere a capo insieme a Francesco Fezza (fratello di Rita e quindi zio di Michele D’Auria Petrosino jr) del nuovo clan egemone a Pagani, Fezza De Vivo.

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