Salerno, tornano le scritte inneggianti alle Brigate Rosse a Torrione

L’ira del Salernitani

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Salerno oltraggiata dalle scritta inneggiante alle Brigate rosse apparsa a piazza Vittime del terrorismo a Torrione. Fanno male le immagini delle scritte in una città che ha pagato un elevato tributo di sangue alla follia brigatista. Che sia l’opera di un cretino, di un ignorante o di un gruppo, sempre oltraggio pure rimane e nei confronti di chiunque viva, lavori o transiti per Salerno, di qualsiasi credo politico sia. Per questo, l’indicazione deve essere bipartisan.

LA DENUNCIA
«Ad una settimana dalla mia denuncia sullo stato in cui versa il giardino dedicato alle vittime della strage di Salerno del 1982 nessun intervento di pulizia è stato operato dal Comune ma si è verificato un nuovo increscioso episodio – ha dichiarato il senatore di Fratelli d’Italia Antonio Iannone, parlamentare del collegio salernitano -.
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La scritta che inneggiava alle Brigate Rosse, sul muro adiacente era stata cancellata coprendola con uno spray nero (sic) ma a distanza di poche ore è riapparsa una nuova scritta sempre recante la dicitura Brigate Rosse e con tanto di falce e martello. A questo punto mi rivolgo alle forze dell’ordine perché è evidente che c’è una volontà di sfregiare il sacrificio dei servitori dello Stato ammazzati dai terroristi comunisti. Bisogna ripristinare il decoro di quei luoghi a Torrione e svolgere indagini per assicurare alla giustizia gli autori del preoccupante gesto. Integrerò la mia interrogazione parlamentare anche alla luce dei nuovi fatti».
L’INTERVENTO IMMEDIATO
È necessario un intervento immediato di ripulitura della scritta oltraggiosa, anche in previsione della commemorazione delle vittime del 26 agosto 1982, nota come strage di Salerno, nella quale morirono due agenti di polizia, un militare dell’esercito e si contarono altri feriti. Un intervento che deve esser fatto dal Comune di Salerno, per garantire rispetto non solo di quei caduti e di altri, come il magistrato Nicola Giacumbi e lo deve fare il Comune per evitare che l’indicazione arrivi da una sola parte politica e non sia una risposta corale della città.