Pizzo a Fosso Imperatore. L’industriale della plastica ascoltato ieri dal Gip, dopo il suo arresto in carcere (parte 1)
Un industriale di Fosso Imperatore sarebbe stato una sorta di cavallo di troia all’interno delle aziende dell’Agro per contattare altri imprenditori e farli sottoporre ad estorsione da parte di Rosario Giugliano.
Questo il ruolo che sarebbe stato coperto da Stefano Gambardella, imprenditore di Nocera Inferiore del settore della plastica, molto noto in città anche per i suoi interessi con la Nocerina. In più avrebbe anche intascato i ratei delle tangenti per conto del clan del poggiomarinese, soprannominato “‘o Minorenne”.
LA DIFESA
Gambardella, in carcere, davanti al Gip si è difeso: si è dichiarato estraneo al sodalizio criminale di Giugliano e quindi di non far parte dell’associazione per delinquere di stampo camorristico di Giugliano. L’imprenditore della plastica ha detto di conoscere Giugliano e altri indagati a causa del suo ruolo d’imprenditore che lo porta ad avere conoscenze di vario genere, senza però frequentarle. In altro procedimento, lo stesso Gambardella era persona offesa per aver subito subito estorsione da Giugliano. A difendere l’industriale nocerino, fino a poco fa con interessi anche nella squadra di calcio, sono gli avvocati Gregorio Sorrento e Alfonso Muatrelli.
LE ACCUSE
Stefano Gambardella, in concorso con Rosario Giugliano e altri due protagonisti della precedente inchiesta dello scorso dicembre, avrebbe contattato un noto imprenditore della logistica dell’Agro nocerino ottenendo 2.000 al mese di pizzo, intascate dal boss poggiomarinese. Giugliano sarebbe stato l’ideatore e il promotore dell’estorsione ad uno degli imprenditori tra i più attivi del suo settore della provincia di Salerno. E qui sarebbe scattata l’intermediazione di Gambardella. I fatti si sarebbero stati commessi tra San Valentino Torio, Nocera Inferiore e Pagani nel dicembre del 2022.
La vittima, attivo nella logistica, era amico di Gambardella che lo avrebbe contattato tra il settembre e l’ottobre del 2021. Con fare preoccupato, l’industriale della plastica avrebbe detto al collega della logistica che c’era una persona che lo voleva incontrare, ricevendo l’assenso per l’organizzazione dell’incontro che avvenne effettivamente. Il luogo prescelto sarebbe stato proprio un ufficio dell’azienda di Stefano Gambardella di Fosso Imperatore a Nocera Inferiore.
Qui, Rosario Giugliano e le altre due persone si sarebbero presentati all’imprenditore finito nel loro mirino chiedendo quello che è un classico, «un pensiero per i carcerati» specificando che ammontava a sei-settemila euro. La vittima propose di accordarsi per 3.000 euro e Giuliano gli disse che sarebbe stato contattato.
È vero che ‘O minorenne non gli aveva proferito nessuna minaccia, ma la vittima sapeva del suo noto passato criminale, dei 30 anni di carcere e di altre vicende criminali legate anche ad Alfieri Galasso. E lo stesso Giuliano “’o minorenne”, così soprannominato nonostante abbia più di 60 anni, tornato collaboratore giustizia dopo il suo arresto del 2022, ad aver ammesso l’estorsione nei confronti dell’imprenditore agganciato da Gambardella e di avergli estorto 5.000 euro al mese, poi diminuiti a duemila euro al mese. Il motivo dello sconto?
La vittima riferì a Giugliano di essere a sua volta di sottoposto un’altra estorsione da parte della famiglia Fezza, sempre tramite il famoso “regalo” ai carcerati. Proprio il rispetto nei confronti dei Paganesi nutrito da Giugliano lo portò a ridurre le sue pretese di oltre la metà.
Gambardella, secondo alcune dichiarazioni, sapeva benissimo che si trattava di un’estensione, ma che avrebbe ricevuto e fatto favori a Rosario Giugliano e al suo gruppo.