Case popolari e mazzette, condanne e rinvii a giudizi in tutta la provincia

Al centro dell’inchiesta l’ “agenzia immobiliare” parallela

lista-ceimonia-amazon

Condanne e rinvii a giudizio per l’inchiesta sull’agenzia “parallela” delle case popolari nella provincia di Salerno. Una trentina di indagati per lo scandalo mazzette all’Iacp di Salerno, oggi Acer.

Hanno patteggiato a 4 anni di reclusione, il 68enne Giovanni Scafuro di Mercato San Severino, responsabile fino al dicembre 2021 dell’Unità Operativa Complessa Inquilinato dell’Agenzia Campania Edilizia Residenziale, e il 72enne Pasquale Petrillo di Castel San Giorgio, già dipendente Iacp.
palazzo-giustizia-slaerno-rtalive-tribunale-cittadella-giudiziaria

Un dipendente dell’Acer è stato assolto. Rinviati a giudizio il 50enne Armando Del Giorno di Salerno (recentemente arrestato per le case di prostituzione a Salerno) e una ventina di assegnatari di alloggi. Le accuse vanno dalla corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, a quella di persona incaricata di pubblico servizio, accesso abusivo ad un sistema informatico e falsità commessa da pubblici impiegati.

L’INCHIESTA
I carabinieri della compagnia di Salerno, al comando del maggiore Antonio Corvino, e la procura di Salerno, guidata dal procuratore Giuseppe Borrelli, grazie anche e video e intercettazioni, scoprirono lo scorso anni una serie di raggiri per avere una casa popolare, sottraendola a chi ne aveva realmente bisogno.

Del Giorno, ad esempio, aveva, a disposizione «numerose chiavi di alloggi – per consentire – la materiale occupazione, che poi verrà successivamente sanata con le ordinarie prassi e procedure degli Istituti…». Così ricordò il Gip del tribunale di Salerno parlando dell’inchiesta. Sarebbe stata messa su una sorta di agenzia immobiliare con “agenti” che si informavano della presenza di appartamenti vuoti nello stabile, della loro situazione documentale, possedevano le chiavi per consegnarle agli assegnatari (illegali) e assistevano il “cliente” in tutte le pratiche: tutto però era illecito.

Scafuro sarebbe riuscito ad attribuire gli immobili ai richiedenti non aventi diritto, intestandoli attraverso l’inserimento di volta in volta del nominativo dell’aspirante nella posizione alloggiativi riguardante i singoli appartamenti presenti nel sistema gestionale informatico “Tiger” in uso all’Acer.

I CASI ECLATANTI
Tra i casi più eclatanti emersi durante le indagini ce quello di una donna avrebbe pagato parte di 30mila euro a Del Giorno e Petrillo per mettere a posto tutte le carte relative ad abitazione di Mariconda. I due indagati avrebbero consegnato alla donna le chiavi dell’alloggio, consentendole perfino di sostituire la porta di ingresso, ed evitando il procedimento di rilascio.

Non solo, riuscendo a precostituire le condizioni anche documentali per favorire l’illecito possesso dell’appartamento. C’è un però. La donna era assegnataria di un altro alloggio popolare e quindi non poteva neanche formalizzare una dichiarazione di occupazione di fatto a suo nome dell’ulteriore appartamento a Mariconda, semmai sperando in un’eventuale futura assegnazione in sanatoria.

Ma l’agenzia parallela aveva una soluzione per tutto. Su specifiche istruzioni fornite da Scafuro e Petrillo, entrò in campo il figlio della donna. Questi attestò falsamente di essere residente a quell’indirizzo di Mariconda, che il suo nucleo familiare era composto solo da se stesso e che occupava l’alloggio in questione. Il giovane, in realtà, viveva con la madre a Sant’Eustacchio”, dove c’era perfino il suo nome sul citofono.

GLI IMPUTATI
Nei guai finirono gli assegnatari di 11 abitazioni nei comuni di Salerno, Cava de’ Tirreni, Nocera Inferiore, Eboli, Pontecagnano Faiano, Fisciano, Campagna e Vallo della Lucania per aver pagato per vedersi assegnare illegalmente le case.

loading ads