Il ricordo della scoperta ad Urbino del quadro raccontato dal prof Mario De Luise di Salerno. Gli interventi del parroco della chiesa di San Matteo è del Presidente dell’Archeoclub Nuceria Alfaterna
Non è passato inosservato all’occhio di un esperto quel dipinto del 1664 su una parete del palazzo ducale di Urbino che ospita la Galleria nazionale delle Marche. Era esposto come copia di ignoto di un’opera di Federico Barocci, maestro di Urbino morto nel 1612, ma al 32enne storico dell’arte di Salerno, Mario De Luise, docente di lettere all’Iis Marino Gioia di Amalfi quella attribuzione sembrava non giusta.
Esaminata da vicino, gli è ritornata in mente la Deposizione di Angelo Solimena. Il professor Mario De Luise ha riconosciuto la tela del capostipite della famiglia di artisti del Seicento e Settecento campano, pubblicata nella monografia del professor Mario Alberto Pavone, ordinario di storia dell’arte moderna all’università di Salerno.
Quel ricordo è diventato in poco tempo una segnalazione alla soprintendenza di Salerno e al Nucleo tutela del patrimonio culturale dei carabinieri che subito si è messo in moto e ha recuperato il quadro realizzato nel 1664 e rubato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 1980, nella chiesa madre dedicata a San Matteo Apostolo a Nocera Inferiore. A breve la riconsegna.
IL RACCONTO DEL PROF DE LUISE CHE HA SCOPERTO IL DIPINTO
«Sono stato colpito immediatamente dalla somiglianza stilistica del dipinto alla pittura di Angelo Solimena ed è stato particolarmente emozionante scoprire che, grazie alla mia segnalazione, verrà restituito alla comunità alla quale era stato tolto – afferma il professore De Luise, che nonostante la giovane età dimostra un senso civico e una preparazione non comune -.
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Restituendolo alla chiesa di Nocera, per la quale la tela era stata realizzata, si ristabilisce la funzione liturgica che era venuta a mancare nella sede espositiva ad Urbino. In più, il ritorno dell’opera d’arte nella sua originaria collocazione ristabilisce un nesso tra la popolazione e il suo patrimonio culturale, elemento di forte identità. Mi auguro che questa vicenda possa riportare alla ribalta l’importanza di una conoscenza critica della storia dell’arte che incredibilmente nel nostro Paese viene bistrattata e ridotta a pochissime ore di insegnamento».
COSÌ IL PARROCO Don Raffaele Ferrentino, parroco della Chiesa di San Matteo a Nocera Inferiore scrive: «Da ben quattordici anni sono a San Matteo e non ho mai sentito parlare di qualcuno che stesse cercando il quadro e alle mie ripetute richieste di notizie a riguardo, mai nessun chiarimento è stato fatto. Riguardo alla custodia del quadro, semmai dovesse andare a buon fine questa vicenda, la parrocchia gode di un sistema di allarme avanzato, che potrebbe tranquillamente custodire un’opera d’arte realizzata per essere venerata dal popolo e non certo per finire in un museo, con tutto il riguardo nei confronti del nostro museo diocesano. Mi stupisce che chi ha suggerito queste notizie non abbia pensato di fare un passaggio con il sottoscritto. Per quanto mi riguarda, allo stato delle cose, bisognerebbe ringraziare solamente il professore De Luise che ha segnalato la cosa e le forze dell’ordine che stanno facendo luce su questa vicenda non ancora ufficiale né risolta».
LA NOTIZIA
La voce del ritrovamento del dipinto già circolava da giorni in città. Il riserbo era massimo perché le indagini dei carabinieri erano in corso per risalire a come era stato possibile che un’opera rubata finisse addirittura nel patrimonio di una fondazione bancaria ed esposta (cosa ancora che suscita notevoli interrogativi) nella Galleria nazionale delle Marche.
Il nucleo specializzato dei carabinieri dovrà provvedere a dare una risposta a questo punto non solo alla comunità nocerina, ma italiana tutta. Il riserbo è apparso finito quando sul mensile della diocesi di Nocera Inferiore Sarno è apparsa la notizia del ritrovamento del dipinto con un articolo corredato da più fotografie. Poi l’impatto mediatico de La Città e di RTAlive che hanno ripreso la notizia, ovviamente è stato infinitamente superiore tale da attivare l’attenzione di tutta la provincia di Salerno e non solo.
IL COMMENTO
Enrico De Nicola, presidente dell’Archeoclub di Nuceria Alfaterna: «Un evento criminoso, effetto anche di un periodo buio della nostra storia locale, aveva sottratto alla nostra comunità un capolavoro di un artista peraltro strettamente legato alla città. Sono particolarmente felice di questa prossima restituzione, dopo oltre quarant’anni dalla denuncia accorata del nostro presidente onorario Antonio Pecoraro. Auspico che questa bellissima circostanza sia anche di stimolo per dare un ruolo e un’importanza nuove al nostro patrimonio artistico e culturale, espressione dei più profondi valori anche morali della comunità che lo ha voluto e che oggi deve custodirlo e valorizzarlo».
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