Roccapiemonte, aggressione all’avvocato Lambiase: neanche il Gip crede a Palumbo

Sono state archiviate le accuse a carico del legale di Roccapiemonte a seguito della denuncia presentata dal presunto aggressore

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Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Nocera Inferiore Claudia Masucci ha accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero Gaetana Amoruso, disponendo l’archiviazione del procedimento a carico del l’avvocato Roberto Lambiase, che era stato querelato da Antonio Palumbo, architetto di Roccapiemonte, già a processo con l’accusa di lesioni aggravate ai danni dello stesso Lambiase.
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ACCUSE E CONTRACCUSE
Secondo l’architetto Palumbo, la sera del 23 novembre del 2020 era stato proprio il legale a sequestrarlo e ad aggredirlo dopo averlo condotto in un luogo isolato e che la sua sarebbe stata una legittima difesa. Il movente che avrebbe mosso Lambiase, secondo Palumbo, era dovuto al fatto che egli si era rifiutato di sostituire un avvocato in un procedimento che lo vedeva contrapposto all’ex poliziotto Giovanni Spinelli.
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Secondo il pm della Procura nocerina, le accuse del Palumbo apparivano strumentali e dirette ad imbastire una difesa contro la querela presentata dal Lambiase per i medesimi fatti e che le dichiarazioni dell’architetto apparivano contraddittorie oltre che erano state smentite dalle risultanze investigative. La lettura del Pubblico Ministero è stata condivisa in pieno dal Gip che, appunto, ha accolto la richiesta di archiviazione. Recentemente sui medesimi fatti relativi all’aggressione subita, il legale rocchese è stato sentito anche dalla Procura della Repubblica di Napoli. Peraltro lo stesso Palumbo, già precedentemente, si era reso protagonista di false accuse proprio nei confronti dell’ex poliziotto Giovanni Spinelli.
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In quell’occasione, Palumbo, sempre assistito da un avvocato, si era rivolto alla Guardia di Finanza di Cava de’ Tirreni sostenendo che l’ex poliziotto rocchese avesse tentato di coinvolgerlo nel tentativo di incastrare il giudice Mario Pagano che successivamente fu effettivamente arrestato.

Anche in quell’occasione la Procura e il Gip del Tribunale di Nocera Inferiore ritennero non credibili le accuse del Palumbo, anzi, gli inquirenti nocerini non esclusero che le sue dichiarazioni mendaci avessero come effettiva finalità quella di minare l’esito del procedimento penale incardinato dalla Procura della Repubblica di Napoli e in cui il giudice Pagano era imputato.

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