Nocera, San Giorgio, Rocca, San Severino e Cava a rifornirsi di stupefacenti al civico 17

Consumatori di stupefacenti andavano nell’abitazione sangiorgese per acquistare droga o farsela consegnare

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Non solo la famiglia di Emilia Capasso e dei figli Francesco e Maria Rosaria Mari, ma altri due condomini pronti a trattare stupefacenti da consegnare a tossicodipendenti delle due Nocera, Roccapiemonte, Mercato San Severino, Cava de’ Tirreni e della stessa Castel San Giorgio. La loro base era in alcuni appartamenti al civico 17 di via Francesco Calvanese, a Lanzara di Castel San Giorgio. Qui abitano, infatti, i principali indagati dell’inchiesta antidroga condotta dai carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore.
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GLI ARRESTI
I militari del tenente colonnello Gianfranco Albanese, coordinati dal procuratore Antonio Centore, hanno condotto in carcere: la 52enne Emilia Capasso, nocerina residente da ultimo a Castel San Giorgio, il 36enne compagno di questa, Vincenzo De Martino (soprannominato il “principino”) di Nocera Superiore, il 33enne Salvatore Abenante di Scafati e il 34enne sangiorgese Wahid Francesco Osio (alias “Ciccio ‘o Niro”).
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LE ALTRE MISURE
Divieto di dimora in Campania per i figli della Capasso, i fratelli Mari, la 36enne Maria Rosaria nata a Cava de’ Tirreni e il 22enne Francesco nato a Mercato San Severino,. Divieto di dimora a Castel San Giorgio, invece, per la vicina della Capasso, la 35enne Giuseppina Vitale, sangiorgese e obbligo di dimora a Nocera Superiore per il 36enne nocerino Camillo Nizza.

LA PIAZZA DI SPACCIO
I militari avevano scoperto una piazza di spaccio, a conduzione familiare, che operava principalmente a Nocera Superiore, ma che si era trasferita a Castel San Giorgio all’interno di un fabbricato al civico 17 di via Francesco Calvanese.

L’indagine ruota intorno all’attività di Emilia Capasso ritenuta responsabile anche di un tentativo di estorsione, che avrebbe gestito una piazza di spaccio itinerante avvalendosi dei figli che operavano a Nocera Superiore, Roccapiemonte, Castel San Giorgio, Mercato San Severino e Cava de’ Tirreni. All’attività della 52enne di origini nocerine avrebbero dato una mano alcuni (non tutti) i condomini che risiedono al civico 17 di via Francesco Calvanese, del tutto sconosciuti ai carabinieri, ma che si sarebbero prestate a custodire, tagliare e confezionare la droga, e in alcuni casi anche smerciandola.

Da qui il nome dell’operazione “Civico 17”. Nel corso delle indagini sono stati eseguiti anche diversi sequestri di stupefacenti per centinaia di grammi di cocaina. Scoperto anche l’uso di un cellulare dall’interno del carcere di Salerno. Lo scafatese Salvatore Abenante è finito sott’inchiesta per detenzione illegalmente di una pistola Glock 17 e tre Kalashnikov.
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IL CIVICO 17
Sarebbe stato la base dello spaccio di stupefacenti, dove abitano, tra gli altri condomini, anche Capasso, Osio, i fratelli Mari e Giuseppina Vitale.

L’INDAGINE

L’indagine è iniziata con l’arresto del “principino”, Vincenzo De Martino per spaccio di droga nel 14 giugno del 2022. A casa sua, a Nocera Superiore, furono trovati dai carabinieri tra gli altri Abenante e la Capasso. Alcuni familiari di De Martino si presentarono, nelle ore successive all’arresto, ai carabinieri Nocera Superiore dicendo che Emilia Capasso avrebbe consegnato loro una borsa nella quale presupponevano ci fossero dei soldi. E la Capasso avrebbe minacciato più volte i congiunti per rientrare in possesso dei soldi contenuti in quella borsa, ritenuto frutto dello spaccio di stupefacenti.
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Subito dopo, viene intercettato dai carabinieri il telefono cellulare che, ovviamente abusivamente, De Martino utilizzava nel carcere di Salerno, con la quale chiama la compagna e le dice chiaramente chi pagare prima tra i fornitori.

Dalle intercettazioni del telefono della Capasso, poi, sono emersi i rapporti con la vicina Giuseppina Vitale che si sarebbe pressata custodire la sostanza stupefacente e a lavorarla. «Vuoi salire o te la scendo», avrebbe detto la Vitale alla condomina, secondo gli inquirenti riferendosi agli stupefacenti. Oltre i figli della Capasso, Francesco e Maria Rosaria Mari, avrebbe partecipato alle attività illegali anche un altro condomino, Francesco Osio.
*Foto di copertina, archivio RTAlive

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