Inchiesta della guardia di finanza e dei carabinieri e della procura di Nocera Inferiore
Inchiesta mazzette all’ufficiale giudiziario dell’ufficio Unep di Nocera Inferiore, in cinque scelgono di essere giudicati con il rito abbreviato, in tre avanzano richiesta di patteggiamento e in sei di procedere con il rito abbreviato. Soldi, generi alimentari e rapporti sessuali, tutto sarebbe andato bene per l’ufficiale giudiziario per fare o non fare il suo dovere.
L’ufficiale giudiziario avrebbe preso mazzette date da avvocati di del foro di Torre Annunziata, di Nocera Inferiore e di Vallo della Lucania, imprenditori della zona di Angri, o persone sottoposte a varie procedure anche solo per spifferare qualche informazione di cui doveva essere geloso custode, avendole conosciute per ragioni di ufficio.
E invece sarebbero bastate anche poche centinaia di euro oppure generi alimentari o la minaccia di procedere allo sfratto dall’abitazione se due donne, una di questa madre di una figlia disabile, per fare del suo lavoro un mercimonio, carta straccia, venir meno ai suoi doveri.
GLI ABBREVIATI
Il 19 giugno si discuterà dell’abbreviato dell’ufficiale giudiziario, di un piccolo imprenditore e di quattro avvocati. Il Giudice dell’udienza preliminare deciderà da un lato sugli episodi di corruzione, rivelazione di segreti d’ufficio e gli episodi di violenza sessuale di cui è imputato l’ufficiale giudiziario. I quattro avvocati devono rispondere di aver dato soldi all’ufficiale giudiziario per eseguire sfratti o altri provvedimenti che avrebbe dovuto fare per ufficio.
I PATTEGGIAMENTI
Hanno chiesto di patteggiare tre imprenditori che avevano dato casse di pomodori in cambio della rivelazione di segreti d’ufficio.
I RINVIATI A GIUDIZIO
Affronteranno il processo con il rito ordinario, invece, Il 53enne Giuseppe Donnarumma e la 45enne moglie Maria Cristina Francese di Angri per una procedura di pignoramento, la 60enne Rachele Galasso di Angri per il preavviso del giorno di accesso al suo bene, il 64enne Angelo Manzo e il 34enne Pasquale Manzo di Scafati per l’omissione o il ritardo di una procedura, tutte commesse dall’ufficiale giudiziario a loro favore in cambio di un’utilità.
L’INDAGINE
In totale le persone sotto processo sono 14 imputati. Tra questi tre avvocati (per un quarto legale indagato si procederà separatamente), sei imprenditori e altri quattro sono comunque beneficiari. Per l’ufficiale giudiziario le imputazione vanno dalla violenza sessuale alla concussione (reati contestati solo a lui). La corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e corruzione in atti giudiziario e rivelazione di segreti d0ufficio sono contestati a vario titolo ad alcuni degli altri imputati.
La mazzetta sarebbe andata dai 100 ai 300 euro, oppure qualche genere alimentare da un’azienda di trasformazione di pomodoro oppure la richiesta di fare sesso con le donne da sfrattare da casa, per ritardare la procedura. E a una donna avrebbe detto: «Se io ti devo fare del male virgola cioè… tu parla sinceramente, non me la prendo, se devo farti del male, io tengo i mezzi e le conoscenze per farti del male… cioè io non ti voglio fare queste cose perché devo fare del male a te? Io voglio avere solo un rapporto» e avrebbe poi costretto la vittima a subire un rapporto sessuale completo.