I whatsapp di Panariello alla madre: lavoro insicuro, a nero e malpagato. 5 indagati

Da tempo il 22enne di Poggiomarino deceduto in un incidente sul lavoro a Scafati si lamentava delle condizioni

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Alessandro Panariello, il 22enne operaio di Poggiomarino morto nel cantiere di rifacimento di uno stabile nel centro di Scafati, avrebbe lamentato più volte le condizioni di insicurezza del suo lavoro, la paga bassa e di lavorare a nero. Lamentele comunicate alla mamma e alla giovane convivente già da tempo. E ci sarebbero anche degli audio di whastapp, inviati poco prima della tragedia intorno all’una di venerdì scorso, in via Melchiade a Scafati.

La mamma di Alessandro, nella denuncia querela sporta contro chiunque abbia una responsabilità nel decesso del figlio, annuncia che nelle prossime ore presenterà gli audio di whastapp che testimonierebbero queste lamentele.
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L’AUTOPSIA E GLI INDAGATI
Conferito questa mattina l’incarico al medico legale scelto dalla procura di Nocera Inferiore per chiarire le cause esatte del decesso, i tempi e le condizioni del giovane al momento della morte. Indagati per omicidio colposo due persone di Scafati, due di Boscoreale e uno idi Santa Maria La Carità, legati all’impresa che stava eseguendo le opere di manutenzione dell’edificio di via Melchiade dove è avvenuta la tragedia.
Oggi pomeriggio dovrebbe tenersi l’esame autoptico. La famiglia è assistita dagli avvocati Gennaro Caracciolo e Agostino Russo entrambi del foro di Santa Maria Capua Vetere.

LA QUERELA SPORTA DALLA MAMMA DELLA VITTIMA E I MESSAGGI WHATSAPP
Ieri mattina, intanto la mamma di Alessandro Panariello nella sua querela ha raccontato dei problemi di lavoro che il figlio avrebbe avuto a suo dire con la ditta edile. «Mio figlio lavorava presso la ditta circa 7 anni», con la stessa impresa, ricorda la madre. Un fatto positivo anche perché il 22enne muratore aveva abbandonato gli studi da giovanissimo, non era voluto andare più a scuola.
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Preoccupato dalla decisione del figlio, la donna vedi ancora di più buon occhio che lavorasse perché «non volevo fargli intraprendere brutte situazioni». Un’attività, però, che da tempo causava malcontenti al giovane di Poggiomarino che ne frattempo aveva anche iniziato la convivenza con la ragazza e quindi voleva mettere su famiglia, il che comporta delle spese ulteriori. «Per tutti questi anni, che io sappia, non è stato mai messo in regola dalla ditta – afferma la ladre – e ci comunicava che il (datore di lavoro) non gli avrebbe mai aumentato la paga che ammontava a circa 50 euro al giorno». La mamma aggiunge: «Mio figlio si lamentava che non voleva continuare questa attività perché sottopagato e non voleva mai metterlo in regola perché a suo dire doveva crescere nel lavoro.
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Stesso venerdì 17 Maggio 2024 – giorno della tragedia con la caduta di una lamiera che gli ha tranciato la gola, procurandone la morte, ndr -, nel momento della pausa pranzo mentre mio figlio si trovava sul cantiere di Scafati, (ha inviato) dei messaggi vocali tramite whatsapp fino alle ore 12:17 (lamentando che non) voleva mai metterlo in regola e non gli dava abbastanza denaro, lamentandosi che (il responsabile) faceva una vita agiata come le donne delle pulizie che aveva a casa e lui no, come ho già detto, alle 12.17 del 17.05.2024 non ci sono stati altri messaggi». Alle 13, il dramma della caduta della lamiera mentre la stava issando e una vita si è spezzata in giovanissima età.  La madre ha sottolineato che Alessandro avrebbe avuto in passato dei diverbi con il proprietario dell’impresa edile perché «diceva che lavorava senza sicurezza».

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