Campi Flegrei, «Dobbiamo aspettarci terremoti anche di magnitudo maggiore»

L’avvertimento dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia»

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Sono giorni che nei Campi Flegrei, soprattutto nel golfo davanti Bacoli e Pozzuoli si liberano forti energie molto vicini alla superficie. In una sola parola terremoti che sono il frutto del l’innalzamento del suolo a una velocità doppia dell’inizio del 2024. Scosse che hanno raggiunto picchi di magnitudo 3.7 della scala Richter. Ma in arrivo, avverte ‘Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ce ne saranno di più forti.

LA PREVEDIBILITÀ

«Le recenti scosse, anche a 20 secondi una dall’altra, avvertite in modo prolungato, hanno sicuramente spaventato, ma con l’attuale tasso di sollevamento dobbiamo aspettarci dei terremoti anche di magnitudo simili agli ultimi, o anche maggiore», ha affermato il direttore dell’Ingv, Mauro Di Vito, secondo cui, in base al bollettino dell’Istituto pubblicato nelle ultime ore «il tasso di sollevamento è sui 20 millimetri al mese, si è raddoppiato rispetto ai 10 millimetri di inizio anno.

Siamo poco più sopra dei 15 millimetri dello scorso anno, questo significa che il fenomeno sta incrementando, i terremoti continueranno, è prevedibile che avvengano. Si è raggiunti la magnitudo 4.2 a settembre 2023, il massimo in 40 anni, spero che non si verifichi ma non si può escludere, in ogni caso si tratta di magnitudo medie, non alte, simili a quelle osservate nel 1982».
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L’INCONTRO

Ieri si è svolto l’incontro organizzato dal Comune di Napoli, dalla Regione Campania e dal Dipartimento della Protezione Civile per informare i cittadini sul bradisismo nell’area flegrea, nella quale rientrano non solo i comuni dell’area puteolana ma anche alcuni quartieri di Napoli, a partire da Fuorigrotta fino a Bagnoli. Il capo della Protezione Civile Nazionale ha affermato: «È un’area vulcanica, il bradisismo è in atto ed è un dato di fatto, nessuno è in grado di escludere come e quando ci saranno scosse o quanto saranno forti.

È evidente che anche la pianificazione d’emergenza che abbiamo fatto sulla parte bradisismica ha diversi scenari, che oggi verranno ricordati perché sono atti pubblici. Ci sono diversi livelli di operatività in funzione del tipo di scenario: se è uno scenario localizzato in piccole situazioni o se è più importante anche dal punto di vista sismico. Ci sono procedure diverse e condivise tra tutte le amministrazioni che ne fanno parte».
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GLI INTERVENTI
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Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha detto: «Quando saranno definiti gli eventuali fabbisogni di intervento necessari in un’area rossa, a quel punto insieme alla Protezione civile faremo un piano di intervento. Per adesso ci vuole la collaborazione dei cittadini. Per quanto riguarda i fondi richiesti dalla Protezione civile, è una richiesta che è stata fatta al governo nazionale, di definire una serie di interventi che devono essere fatti per poter completare le famose vie di fuga in attesa da 40 anni. Sono state già individuate le priorità, le prime strade su cui intervenire e quindi progressivamente verranno attribuite le risorse per i lavori».
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COSA FARE E COME PREPARARSI ALLE SCOSSE
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Come prepararsi alle scosse che arriveranno? «Seguendo le misure di sicurezza, lavorando insieme agli altri, come la protezione civile, sulla prevenzione – afferma il direttore Di Vito – : l’elemento fondamentale è la prevenzione, informazione corretta, ci sono decine di persone che lavorano su monitoraggio e sicurezza del territorio». Centrale è la sicurezza. Di Vito ha aggiunto: «Edifici, strade, manufatti ci garantiscono la sicurezza, se ne occupano altri, io penso al vulcano, non alle strutture, ma garantire la sicurezza delle strutture significa tutelare la sicurezza dei cittadini, dei ragazzi che vanno a scuola, anche la nostra. Siamo tutti in zona rossa».

E Di Vito sottolinea che il sistema reggerà «fino a quando il fenomeno non cambia: può cambiare, ma è difficile dirlo adesso, come nel 1982-84 ossia diminuendo nel tempo o anche aumentando. La magnitudo non è connessa al tasso di sollevamento ma alla grandezza della struttura della faglia che si rompe».

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