La scossa più forte è alle ore 3.03, magnitudo 2.7, profondità 2,4 km ed epicentro nel cratere della Solfatara. Ieri l’incontro di Musumeci con i sindaci
Di nuovo scosse nella notte. Piccoli terremoti anche se quelle delle 3.03 ha avuto una magnitudo di 2,7 della scala Richter che, essendo avvenuto ad una profondità di appena 2,4 chilometri dalla superficie ed epicentro nel cratere della Solfatare è stato avvertito dalla popolazione.
LE SCOSSE
Un fenomeno che rientra nella nuova crisi bradisismica che continua a far sollevare il suolo (ogni terremoto è il segno del rigonfiamento del suolo, mentre non ci sono eventi simili quando il suolo si abbassa). Dalle ore 2.27 della scorsa notte, una nuova sequenza di scosse: oltre quella delle 3.03 è con magnitudo 2.7, sono stati registrati altri quattro eventi, con origine nella stessa zona di magnitudo inferiore: fino alle 4.32 sono state registrate di 1.7, 1.1, 1.5, e 1.6. della Scala Richter.
CHE SUCCEDE, PARLA L’ESPERTO: «LA SITUAZIONE NON È STABILE»
(Intervista rilasciata a Sky tg 24)
Sulla crisi bradisimsica, Giuseppe De Natale, Dirigente di Ricerca dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), se la situazione sia stabile o meno, risponde: «La lingua italiana è purtroppo molto complessa, e viene spesso abusata: ovviamente ai Campi Flegrei non c’è nulla di ‘stabile’, in quanto c’è un sollevamento lento ma continuo che perdura dal 2006; e poi c’è una sismicità crescente, ormai quasi continua, con magnitudo massime in progressivo aumento. Quindi, al di là degli aggettivi, la situazione è questa: il bradisisma consiste nell’aumento di pressione nella crosta superficiale (0-4 km di profondità); questa pressione interna, in continuo aumento dal 2006 ad oggi, genera sia il sollevamento del suolo che la sismicità, quest’ultima perché, oltre certe soglie, la sovrapressione spacca le rocce.
In pratica, il livello del suolo è come un ‘manometro’ che misura indirettamente la pressione interna: più il suolo si solleva, e quindi più la pressione aumenta, più cresce la sismicità sia nel numero di terremoti che nella magnitudo massima. Il terremoto di magnitudo 4.4, di alcuni giorni fa, non è stato ‘il più forte degli ultimi 40 anni’ come si legge, bensì il più forte in assoluto mai registrato ai Campi Flegrei da quando esistono i sismografi. Ed ha superato le magnitudo massime del 1983-1984 (M=4.0) perché il livello del suolo oggi (e quindi la pressione interna) è oltre 30 cm più alto del massimo precedente raggiunto nel 1984».
QUALI SONO I FENOMENI CHE CONTROLLATE?
“I principali segnali che indicano l’evoluzione del fenomeno sono i segnali sismici, il sollevamento del suolo e le variazioni geochimiche nella composizione delle acque e dei fluidi emanati dal suolo. La popolazione residente invece non può monitorare nulla, ma deve bensì controllare e seguire le indicazioni delle Istituzioni preposte. Al limite, dovrebbe segnalare alle autorità eventuali chiare lesioni nella propria abitazione, per le dovute verifiche. Perché oggi la vera urgenza, prevista anche dall’apposita Legge varata ad Ottobre, è quella di verificare che non vi siano edifici particolarmente fatiscenti almeno nelle aree più a rischio, che potrebbero collassare con terremoti anche di magnitudo 5 che possono avvenire a 2-3 km di profondità.
Il monitoraggio vulcanico mira essenzialmente a capire i meccanismi di funzionamento del vulcano e comprendere se il sistema sta evolvendo verso un’eruzione; ma la previsione delle eruzioni è estremamente difficile e, come mostrano le esperienze degli ultimi decenni analizzate dalla letteratura scientifica internazionale, ha una probabilità di riuscita in generale molto bassa (20%-30% al massimo), ed in quest’area probabilmente ancora minore.
Questo perché, come dimostrano le due evacuazioni del 1970 (Rione Terra) e 1984 (Pozzuoli intera) che non furono seguite da eruzioni, quindi tecnicamente ‘falsi allarmi’, è difficilissimo qui immaginare cos’altro potrebbe accadere come fenomeno ‘precursore’, visto che ormai da 50 anni li vediamo quasi tutti: sismicità, sollevamento del suolo di metri, variazioni geochimiche importanti. Certamente ci sono altri fenomeni che ‘potrebbero’ accadere prima di una prossima eruzione, ma potrebbero essere così a ridosso dell’eruzione stessa da essere praticamente inutili ai fini di protezione civile.”
POSSIBILE FARE PREVISIONI?
«Per quanto detto prima, a maggior ragione non si possono assolutamente fare previsioni a medio/lungo termine».
IN CASO DI ERUZIONE COME AVVERREBBE?
«Ci potrebbe essere un marcato sollevamento molto localizzato prima dell’eruzione, e poi frattura del terreno da cui fuoriuscirebbe l’eruzione. In teoria, una bocca eruttiva potrebbe aprirsi in qualunque zona nel raggio di circa 3 km dal centro di Pozzuoli, ma in realtà le zone più probabili sono quelle caratterizzate dalla sismicità più intensa, che sono appunto quelle con maggiore probabilità di frattura».
CON QUANTO TEMPO PRIMA UN PREAVVISO DI UNA POSSIBILE ERUZIONE?
«Per quanto detto precedentemente, non esiste alcuna certezza in questo campo. Gli esempi più e più riusciti (pochi) di evacuazione per un’eruzione vulcanica sono avvenuti dopo l’inizio dell’eruzione, e con una tecnica ‘progressiva’, ossia evacuando aree via via più lontane dalla bocca eruttiva man mano che si stimava che la potenza dell’eruzione potesse aumentare. Sebbene sia possibile che ci siano dei segnali chiari che ci indicheranno l’imminenza di un’eruzione, proprio perché la probabilità che ciò accada è bassa, il territorio dovrebbe essere preparato anche ad una evacuazione ad eruzione in corso. Evacuazione possibilmente ‘progressiva’, che eviterebbe pressoché tutti i problemi di un’evacuazione contemporanea di oltre 500.000 persone in pochissimo tempo».
LA PREMESSA
Di Natale ha tenuto a premettere: «Rispondo alle domande a titolo personale, basandomi esclusivamente sulla mia esperienza di ricercatore, e non rappresentando necessariamente il parere di alcuna Istituzione». Del resto spesso gli esperti sono in disaccordo
INCONTRO TRA IL MINISTRO MUSUMECI E I SINDACI DELL’AREA FLEGREA
Ieri il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci ha incontrato a Palazzo Chigi i sindaci di Napoli, Pozzuoli e Bacoli e il vicepresidente della Regione Campania. «Ho voluto incontrare oggi i sindaci e il vice presidente della Regione Campania, assieme al prefetto di Napoli e ai capi dipartimento Protezione civile e Casa Italia – sono state le parole dell’esponente del governo meloni – per illustrare il Piano degli ulteriori provvedimenti che sono all’esame del governo Meloni sui Campi Flegrei, già anticipati nella conferenza stampa che ho tenuto mercoledì scorso».
Parlando del Piano, Musumeci ha detto: «Più celeri e approfondite verifiche dei livelli di vulnerabilità del patrimonio immobiliare pubblico e privato ricadente nell’area ristretta del bradisismo; interventi di rafforzamento antisismico delle infrastrutture strategiche pubbliche, a cominciare dalle scuole; contributi per l’adeguamento antisismico delle abitazioni private ricadenti nelle zone di elevato rischio, esclusi gli edifici abusivi e le seconde case».
Nell’incontro si è affrontato anche il tema della intensificazione della prevenzione non strutturale, con informazioni ed esercitazioni che coinvolgano quanti più abitanti, e dei possibili incentivi finanziari per le famiglie che intendano delocalizzare da aree ad elevato rischio in aree esterne. Infine, divieto di costruzione di nuove unità abitative, fino a quando la Regione Campania non avrà legiferato sulla materia. Questi interventi, sottolinea Musumeci, “fanno seguito a quelli già previsti dal decreto legge sui Campi Flegrei approvato nell’ottobre dello scorso anno e in fase di realizzazione. Nei prossimi giorni, verificata la risorsa finanziaria necessaria complessiva e per i primi interventi, porterò le proposte all’esame del Consiglio dei ministri”.