«Compagni siamo in difficoltà». «Tranquilli arriva la Salernitana»

La squadra granata fa risorgere anche il Lecce

Un gregge al pascolo senza pastore su una collina che sembra sempre nuova e disorientante, dove chiunque vaga senza meta. Reparti scollegati, zero inserimenti, zero trame di gioco e zero idee. La Salernitana non è una squadra, ma un gruppo di individui di medio/basso valore calcistico, che si prende anche il lusso di beffeggiare una tifoseria corretta oltremodo e senza rispetto per chi gli dà profumatamente da vivere.

COME LAZZARO

Ormai chiunque affronta questo gruppo risorge dalle ceneri. Gente che non segna da mesi fa doppiette, squadre allo sbando riprendono il cammino come per magia, allenatori spacciati all’ultima spiaggia tornano a sorridere e tutto questo davanti all’Italia intera ricoprendo di vergogna una città. La Salernitana perde anche oggi contro un modesto Lecce come modesto è l’intero campionato in cui sarebbe bastato davvero poco per salvarsi e qualcosina in più per fare la voce grossa. Invece sembra che il susseguirsi di allenatori, direttori sportivi e calciatori si siano fatti la gara a chi faceva più disastri.

VERSO IL TIME OUT
Ormai non c’è più tempo per recuperare e obbiettivamente nemmeno i mezzi tecnici. Cosa fare a questo punto? Punto primo, richiamare Inzaghi e rispedire al mittente questo scempio visto nell’ultimo mese. L’ex campione del mondo aveva fatto intravedere grandi prestazioni con defezioni di organico enormi complici infortuni e Coppa d’Africa e merita un altra possibilità sia per l’uomo che per il lato tecnico.

IL DS
Al direttore Walter Sabatini invece solo un augurio di pronta guarigione e nulla più, ha pareggiato quanto aveva dato alla città tre anni addietro salvando la categoria, con la distruzione di una squadra condannandola alla serie B con largo anticipo. Non si tratta di essere cattivi, irrispettosi o ingrati ma di essere realisti. Chi per partito preso appoggia l’uomo che stanco e convalescente vuole comunque stare vicino alla squadra, deve prendere atto degli errori fatti dal DS e fare un passo indietro senza ovviamente dimenticarsi di togliersi il cappello dinanzi a tanta dedizione.

IL PRESIDENTE
Chi addita il presidente Danilo Iervolino oltre modo, deve ricordarsi che è un uomo non di calcio, che ha provato mettendo tanti soldi e a fare qualcosa di diverso e solo chi non fa non sbaglia. Certo un po’ di presunzione in meno e qualche mea culpa in più non avrebbero inclinato il rapporto con la tifoseria ma nessuno è perfetto. Adesso l’unica certezza che resta è proprio il presidente che ha il potere di rimettere le cose apposto e di provare a riaccendere l’entusiasmo in una piazza stanca e disillusa.

I TIFOSI
I tifosi devono imparare a stare al loro posto e capire che le persone vincenti sono anche le più sensibili e vanno coccolate, va soffiato vento sulle loro ali e vanno fatte sentire importanti perché importanti sono soprattutto alla luce di quanto c’è in giro in tutto il panorama calcistico mondiale. La Salernitana e i Salernitani devono tenersi stretto Iervolino e fare cerchio attorno ad una realtà che resta pur sempre di periferia e per farla diventare grande bisogna remare sempre nella stessa direzione senza mai dimenticare la spiaggia da cui si salpa. Forse Salerno si è sentita grande troppo presto, la tifoseria ha buttato fumo negli occhi a se stessa perché quella sì che non è seconda a nessuno ma anche il senso comune deve cambiare: la Salernitana non è una big o meglio non ancora e se vuole diventarlo c’è bisogno di tanta umiltà, passione e soprattutto pazienza.
Fabio Falcone

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