Soldi da avvocati e sesso da donne per non sfrattarle: in carcere un ufficiale giudiziario

La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del dipendete del tribunale di Nocera Inferiore. Ora è nella casa circondariale di Vallo della Lucania

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I carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore hanno dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del 66enne S.A., ufficiale giudiziario in servizio presso il Tribunale di Nocera Inferiore: avrebbe fatto un mercimonio della sua professione, in cambio di soldi o costringendo le vittime a violenze sessuali.
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LE VIOLENZE SESSUALI SU DONNE SOGGETTE A SFRATTO DA CASA
Già a settembre 2023, era stato documentato un sistemico quadro di mercimonio della funzione pubblica in relazione a procedure di esecuzione forzata e di notificazione. Erano già stati infatti ritenuti sussistenti gravi indizi di reato in relazione a più episodi di concussione sessuale aggravata, violenza sessuale aggravata, rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione in atti giudiziari, peraltro emersi entro un breve lasso di tempo (luglio – novembre 2022).

In ordine ai reati di concussione e violenza sessuale provvisoriamente ascritti al Pubblico Ufficiale, va ribadito come le condotte violente siano state commesse nell’ambito di procedimenti di sfratto ai danni di donne in condizione di gravissimo disagio socioeconomico, ponendo le conduttrici di fronte alla prospettiva di un’immediata esecuzione dello sfratto nel caso di mancata soggezione alle pretese sessuali del Pubblico ufficiale.
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LA CORRUZIONE
L’ufficiale giudiziario avrebbe garantito un’aperta e immediata disponibilità ad avvocati e privati cittadini nella formulazione o accettazione di proposte corruttive. S.A. è indagato anche per corruzione in una fase decisiva del procedimento civile, quella della esecuzione forzata, snodo essenziale al fine di assicurare effettività all’attività svolta in sede di cognizione e consentire alla parte vittoriosa in giudizio di conseguire il bene anelato.

Non diversamente in relazione alle attribuzioni devolute all’Ufficiale Giudiziario nel procedimento penale, laddove lo stesso è chiamato a curare la fase notificatoria, riflettendosi le condotte infedeli del tipo di quelle accertate sui tempi di celebrazione e definizione dei procedimenti, con frustrazione delle legittime aspettative di Giustizia della parte pubblica e di quelle private. La Cassazione nelle scorse ore ha dichiarato inammissibile il ricorso di S.A. che è stato condotto la Casa Circondariale di Vallo della Lucania.

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