Scafati, le telecamere registrano l’agguato ad Adini. I testimoni non chiamano il 112

Tutta la sparatoria analizzati dagli inquirenti

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L’intero agguato a Marcelo Adini, compreso i suoni dei proiettili esplosi, sono stati registrati dalle telecamere in funzione tra via Alcide De Gasperi e l’incrocio con via Palermo, a San Pietro di Scafati.

LA RICOSTRUZIONE
Poco prima delle ore 18 di venerdì scorso, una jeep Renegade, rubata nella zona, ha percorso velocemente via De Gasperi: giunta davanti ai tavolini di una gastronomia, uno dei due occupanti della vettura ha sparato almeno quattro colpi con una mitraglietta contro Adini, che è stato colpito ad un braccio e a una spalla. In quel momento in strada c’erano almeno una decina di persone, riprese da varie telecamere di videosorveglianza. La Jepp ha proseguito la corsa fino alla periferia dei Scafati, dove è stata incendiata.
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Adini, ferito, è tornato lentamente a piedi verso casa. Una decina forse una quindicina di minuti impiegati per arrivare alla sua abitazione, mentre perdeva sangue dalle ferite. In quei momenti è stata segnalata ai carabinieri solo un’auto incendiata, la Jeep, e una pattuglia l’ha raggiunta, ma nessuno dei testimoni dell’agguato ha chiamato il 112. Un passante ha visto le macchie di sangue a terra vicino casa di Adini e ha telefonato al 118 che ha poi avvertito i carabinieri.
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L’OMERTÀ
La Dda di Salerno, i carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore e i colleghi della tenenza di Scafati valuteranno anche l’omertà dei tantissimi testimoni della sparatoria. Una reazione omertosa che potrebbe essere spiegata dall’aver riconosciuto gli attentatori, probabilmente noti nella zona di San Pietro.

I SOCCORSI
Trasportato in ospedale, il 43enne ferito non è risultato in gravi condizioni di salute. Consideratte l’arma usata dagli attenttaori e la vicinanza al bersaglio con cui hanno sparato la raffica, può dirsi che Adini sia scampato miracolosamente all’agguato.
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LE INDAGINI
All’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, Adini ha trovato ad attenderlo il tenente colonnello Gianfranco Albanese che a gennaio scorso lo aveva fatto desistere dal tentativo di far saltare in aria la sua abitazione per non essere arrestato dai carabinieri. Sottoposto ad interrogatorio, il ferito non ha fornito elementi utili per risalire agli attentatori.

Per cercare elementi utili alle indagini, i militari stanno approfondendo il passato del ferito e le diverse frizioni con la comunità scafatese, continuate perfino durante il processo sull’omicidio di Armando Faucitano dell’aprile 2015, conclusosi sei giorni fa con l’assoluzione di Adini.

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