Decisione del tribunale di Nocera Inferiore e di quello per i minori di Salerno<(/h2>
Avrebbero subito violenze a sfondo sessuale da uno zio paterno durante le visite a casa del padre separato dalla madre quando andavo a trovarlo, violenze alla quale avrebbe assistito il fratellino più grande. In più almeno uno dei due piccoli avrebbe assistito a ripetuti rapporti sessuali tra la madre e il nuovo compagna della donna. Ma le ipotesi di accusa non sono state ritenute fondate e il Gip ha archiviato l’accusa su richiesta del pm e ha anche riesaminato il caso alla luce dell’opposizione che il tutore dei due bambini, nominato dal tribunale per i minorenni di Salerno, aveva presentato. Nel frattempo, i due fratelli alunni di una scuola elementare di Pagani sono stati dichiarati adottabile dal tribunale per i minori, decisione confermata anche in appello, avendo perso i due genitori la potestà genitoriale.
LA VICENDA
La dirigente scolastica e la vicaria della scuola elementare di una scuola di Pagani, frequentata dal più piccolo dei due bambini, hanno segnalato quanto detto dal più piccolo dei due alunni che avrebbe assistito «a rapporti sessuali tra la madre ed il compagno, nonché di aver subito violenza dallo zio paterno in presenza del fratello maggiore».
Da qui erano partite le indagini con un’accurata istruttoria ed un incidente probatorio per ascoltare il piccolo, alla presenza degli avvocati Roberto Marrazzo e Giovanni Pentangelo, difensori dei quattro indagati. Il procedimento fu archiviato «per l’inidoneità a formulare una ragionevole previsione di condanna o di applicazione di una misura di sicurezza». A chiedere l’archiviazione era stato il pm, alla quale si era opposto il curatore dei due bambini nominato del tribunale per minorenni. Il Gip, nei giorni scorsi, ha concluso che bisognava archiviare il procedimento per inidoneità degli elementi acquisiti a sostenere l’accusa in giudizio.
UN CLIMA FAMILIARE DIFFICILE
Il Gip di Nocera Inferiore ha osservato che tra i quattro indagati sussisteva un clima familiare «altamente turbolento e degradato tale da aver comportato il collocamento del minore presso una struttura protetta».
LA PERIZIA SUL BAMBINO
Il consulente del pm che aveva esaminato il più piccolo dei bambini ha ritenuto che il piccolo vivesse «un disagio emotivo, dovuto alle dinamiche conflittuali familiari tra i vari membri che hanno acuito il timore di vivere l’abbandono da parte delle figure di riferimento conosciute nell’ambito comunitario». Il consulente tecnico d’ufficio nella sua relazione ha sostenuto che il pensiero del minore era inizialmente «ancorato alla realtà per poi perdersi in processi tendenti alla fantasia ed all’immaginazione». La testimonianza del bambino, resa nell’incidente probatorio, non ha dato elementi certi. Inoltre, la conflittualità familiare non consente al piccolo uno sviluppo libero e sereno della personalità, circostanza, confermata dagli atti di indagine. Non ci sono neanche elementi per disporre ulteriore attività investigativa. A questo punto, la notizia di una violenza sessuale e di altro sono infondate.